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Una nuova vita in campagna con un marito, un numero variabile di gatti e un cane con un solo neurone. La passione per la musica classica e per i borghi medievali, per la spiritualità dei Nativi Americani e per i misteri irrisolti, per le autoproduzioni e il vivere consapevole. Questa è la mia vita. Queste sono le mie storie.

mercoledì 23 luglio 2014

Ho fatto il bagno in un'opera d'arte

Quando ero piccola, diciamo fra la metà degli anni '70 e la metà degli '80, Milano era una città molto diversa da quella che si vede oggi. Sono anche passati trenta-quarant'anni, e in fondo è normale che sia così... cambiano i luoghi, cambiano le persone e le abitudini, e questo succede in posti grandi e piccoli, nelle città e nei paesi di tutto il mondo. Non so se "era meglio una volta", come dicono tutti quelli che cominciano a vedere il grigio nei propri capelli o una ruga in più sulla fronte. Ma sospetto che si dica più che altro per nostalgia di quello che si era e che non si è più... i bambini che eravamo, gli adolescenti che talvolta ci ostiniamo a sembrare.

Se penso agli anni della mia infanzia, mi tornano in mente due immagini in particolare. Il salumiere chino sull'affettatrice che tagliava un prosciutto cotto delle dimensioni di un mammuth, e poi avvolgeva il cartoccio in certi fogli di carta sottilissima, di solito azzurro sporco o giallino, dove segnava anche il conto della spesa.
E poi quella che per me era semplicemente la 'piscina dei poveri' al Parco Sempione, dietro alla Triennale... mica lo sapevo che era un'opera d'arte di De Chirico...


Se andate a vederla adesso non la riconoscereste dalla foto. "I Bagni Misteriosi" sono stati restaurati, sono state aggiunte due figure umane che all'epoca non c'erano, e sono stati riportati ai colori originali. Ma quando ci andavo nei pomeriggi d'estate di trent'anni fa per farci il bagno assieme a una piccola massa di bambini come me, che non potevano permettersi le vacanze al mare e neanche un pomeriggio in una piscina più normale, non erano molto diversi da così. Sospetto che le mamme moderne avrebbero un moto di ribrezzo all'idea di far sguazzare i loro moderni pargoli in trenta centimetri di acqua non esattamente pulita e certamente non trattata con cloro o altri disinfettanti. E sospetto anche che avrebbero chiamato la protezione civile o i carabinieri dei NAS se avessero visto cosa c'era in quella casetta che si vede sulla destra della foto, o se avessero sentito l'odore che ristagnava lì dentro. Ma gli adulti di una volta erano diversi da quelli di adesso, e chissà, forse anche noi bambini eravamo diversi, e nessuno si lamentava dell'acqua sporca, della cacca in un angolo o della puzza di piscio dentro la casetta. Giocavamo e basta, beatamente inconsapevoli di stare dissacrando un'opera d'arte, ignari di bacilli e batteri, concentrati solo a rimanere il più a lungo possibile in cima al cigno e in cima alla sfera, respingendo gli attacchi degli altri bambini che volevano rubarci il posto.
Si dice sempre che le opere d'arte hanno un'anima, e mi piacerebbe saper parlare con quella che vive all'interno dei "Bagni Misteriosi" per chiederle (sì, immagino sia un'anima femminile) se trovava così sconveniente quello che combinavamo allora. O se preferisce la calma e il silenzio che la avvolgono da quando è stata restaurata. Per quanto mi riguarda, credo di avere fatto un'esperienza unica, seppure condivisa con tanti altri bambini... Chissà se qualcuno di loro leggerà mai questo post?

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