Chi sono

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Una nuova vita in campagna con un marito, un numero variabile di gatti e un cane con un solo neurone. La passione per la musica classica e per i borghi medievali, per la spiritualità dei Nativi Americani e per i misteri irrisolti, per le autoproduzioni e il vivere consapevole. Questa è la mia vita. Queste sono le mie storie.

domenica 7 dicembre 2014

Raffinato non è sempre bello...


Non mi riferisco naturalmente alle buone maniere o all'eleganza nel vestire, parlo degli alimenti più comuni che utilizziamo quotidianamente: la pasta e il pane, lo zucchero e l'olio.
Lo zucchero bianco e la farina raffinata, come la 00 che troviamo in ogni supermercato, sono dannosi per la nostra salute perchè fanno aumentare troppo velocemente i livelli di glicemia nel sangue. Questo aumento fa aumentare a sua volta di molto l'insulina e questa fa alzare i fattori di crescita che determinano la maggior parte dei tumori. Infine questi picchi di insulina favoriscono l'obesità, perché una volta assorbito il picco ci mandano in ipoglicemia e questa ci fa venire fame di zuccheri. Più mangiamo zuccheri e più abbiamo fame di zuccheri in una spirale senza fine che porta conseguenze gravi come diabete, ipertensione, danni al fegato e al cuore e altri ancora.
La soluzione è semplice, e anche più gustosa a mio modesto parere: abbandonare i prodotti raffinati e scegliere i più integrali che troviamo. Zucchero di canna, pane e pasta integrali o con farine di segale, farro, ecc, farine integrali o semi-integrali (tipo 2) con cui fare tutto ciò che ci viene in mente. Ormai da tempo non compro più pane, biscotti e dolci industriali, faccio tutto io in casa con la farina tipo 2 che compro in un mulino non lontano da qui. I risultati sono ottimi e infinitamente più salutari!

I grassi vegetali vengono estratti dai semi delle piante, siano essi olive, girasole, soia, ecc. L'estrazione meccanica è la semplice spremitura e pressione dei semi a freddo. Poi c'è l'estrazione chimica, mediante solventi derivati dal petrolio che estraggono la frazione oleosa dai semi, e una successiva raffinazione per eliminare l'acqua e i residui dei solventi. Va da sè che, per quanto possa essere accurata, la raffinazione non riesce ad eliminare il 100% di queste sostanze, che rimangono nell'olio alterandone la qualità e la salubrità. Oltretutto le procedure di estrazione e raffinazione vanno a distruggere le vitamine e le altre sostanze benefiche naturalmente contenute nei semi, così che alla fine otteniamo un prodotto di qualità molto scadente, se non addirittura dannoso, come l'olio di palma o l'olio di palmisto presenti in maniera massiccia nei più vari prodotti industriali, nei dolci, nei salati e pure nei cosmetici, anche i più costosi. Tutto ciò che di più brutto avete sentito su questi oli è vero, a partire dal fatto che per produrlo si stanno devastando porzioni sempre più grandi di foreste tropicali, fino al fatto che fanno davvero male alla salute. L'olio di palma ha un contenuto di grassi saturi che arriva anche al 50%, quello di palmisto fino all'80%. Essendo così ricchi di grassi saturi sono semi-solidi a temperatura ambiente, quindi sono usatissimi nell'industria dolciaria per fare creme e farciture e per fare la margarina vegetale - che aggiunge ai tanti problemi di questi oli anche il fatto di essere un grasso idrogenato, cioè un grasso che ha subito un ulteriore processo chimico per renderlo stabile anche alle alte temperature, garantendo all'industria un prodotto più a lunga durata e quindi meno costi. Peccato che l'idrogenazione, alterando la struttura chimica del grasso, renda quelle molecole innaturali e irriconoscibili dal nostro organismo, rendendole anche in grado di interferire con i naturali processi di smaltimento di queste sostanze estranee dal nostro corpo. Tutti quei grassi saturi, poi, vanno anche ad aumentare drammaticamente i livelli di colesterolo nel sangue, con tutto ciò che ne consegue.

Gli oli vegetali migliori sono quelli derivati da estrazione meccanica a freddo del seme. A parte l'olio extravergine di oliva (non l'olio di oliva, che è raffinato) non se ne trovano molti, quanto meno nei supermercati che frequento. Ho visto quello di soia, quello di riso e quello di girasole bio spremuto a freddo, che è quello che uso io. Lo adopero per i dolci e in tutte le preparazioni in cui il gusto dell'olio evo sarebbe troppo intenso. Non va bene per friggere: per quello uso poco olio evo, il fritto viene bene lo stesso e ingerisco anche meno grassi!


domenica 23 novembre 2014

Diavoline fai da te

Finalmente si accende la stufa! Di tutti gli acquisti che abbiamo fatto nella nostra vita, questo è stato sicuramente il più fantasmagorico, quello che rifarei altre mille volte. L'avevamo comprata dopo il primo inverno trascorso nella nostra nuova casa, dopo aver visto il conto astronomico per riscaldarci con il metano... oltretutto per riscaldarci male, visto che alcune stanze rimanevano sempre fredde e in altre ci si lessava. La piccola stufetta che avevamo scelto ci ha risolto in un attimo tutti questi problemi! Con la legna arrivo a spendere circa 1/3 di quello che spendevo con il gas, sul piano della stufa riesco anche a cucinare (e vi assicuro che alcune cose come zuppe, minestre o marmellate sono più buone se fatte lì sopra!) e soprattutto ho un bel tepore in tutta la casa; non solo (ovviamente) nel soggiorno dove c'è la stufa medesima, ma anche in tutto il piano di sopra. E il caldo della stufa è un caldo diverso... più piacevole, più profondo, più ancestrale... Riscalda il cuore, la mente, l'anima. Ed è un vero toccasana per le mie cervicali!
Il piacere non è solo mio, ma anche dei Pets di casa, che adorano sonnecchiare nelle ceste e sui giacigli che preparo appositamente per loro...


Non essendo un'Indiana d'America né una boy scout, non sono capace di accendere il fuoco sfregando due bastoncini, e ho sempre usato le normali diavoline. Lo facevo controvoglia, perché so bene quanto sono tossiche: pur di non toccarle con le mani ritagliavo tutti i cubetti di una scatola con i guanti grossi, quelli dei mestieri più schifosi, e poi le mettevo in un barattolo di vetro da cui le tiravo fuori con le molle della stufa. Avevo provato anche quelle cosiddette 'ecologiche', ma per accendere un fuoco me ne servivano anche due o tre e spendevo un patrimonio.
Così mi sono messa a cercare e a sperimentare, e sono arrivata a queste...


Sono buffe a vedersi, e di certo sono più voluminose di una scatoletta di diavoline, ma almeno non sono tossiche e si possono fare con materiali che troviamo facilmente in casa e che magari butteremmo via, come i fondi di candela.

Servono:
cotone idrofilo
carta tipo scottex casa o rotolone per pulizie
fondi di candela
una scatoletta di latta vuota, lavata, o un vecchio pentolino sacrificabile.

Nella scatoletta si fanno sciogliere a fuoco lento (o sul piano della stufa!) i fondi di candela. Intanto strappiamo tanti riquadri di carta e mettiamo nel centro di ognuno una bella pallina di cotone idrofilo, più o meno delle dimensioni di una pallina da golf o poco più grande. Si accartoccia tutto in modo da formare una specie di 'uovo di pasqua', e poi si immerge la parte contenente il cotone nella cera sciolta. Fare raffreddare su un foglio di giornale.
Facendole un po' grandi si riesce ad accendere anche gli inneschi più ostinati senza bisogno di altro. Io le metto sotto la legna minuta con la parte non cerata rivolta verso di me, e accendo la diavolina con uno steccone di quelli per gli spiedini.
Funzionano alla grande, non fanno cattivi odori e non c'è più bisogno di carta di giornale, che fa solo tanta puzza e tanto fumo, ma da poca sostanza.
Le usa anche mio marito per il barbecue, ed è persino più entusiasta di me!

venerdì 21 novembre 2014

Composta di cipolle

E' forse uno delle mie preparazioni preferite, complemento ideale per i formaggi stagionati ed erborinati, ma buona anche per accompagnare piatti di carne.


Per realizzarla servono:
450 g di cipolle rosse
180 g circa di zucchero di canna
75 g circa di aceto balsamico

Si tagliano le cipolle a pezzettoni e le si mette in una pentola assieme all'aceto e allo zucchero, poi si cuoce a fuoco medio-basso finchè le cipolle non diventano morbide. A questo punto si frullano grossolanamente con il minipimer e si rimette tutto sul fuoco ad addensare. Prima però assaggiate la composta, e nel caso aggiungete altro zucchero e aceto.
La consistenza finale dev'essere quella della marmellata, e per ottenerla ci vogliono circa 2 o 3 ore. Diciamo che più il fuoco è lento, più tempo cuoce e più è buona. Per questo motivo io la cucino sul piano della stufa a legna e la faccio andare un giorno intero.

Una volta pronta invasate nei barattoli sterilizzati e fate il sottovuoto nel modo che preferite (o mettendoli a testa in giù quando la composta è ancora calda, o facendo bollire i barattoli tappati per 15 minuti in una pentola capiente, avvolti da tovaglioli per non farli sbattere fra loro). Io come al solito metto tutto in freezer senza fare il sottovuoto, così evito tutti i problemi di conservazione!

Le dosi di zucchero e di aceto balsamico sono indicative, e dipendono da quanto sono dolci le cipolle e da quanto è forte l'aceto balsamico. La composta deve essere agrodolce, nè troppo aspra nè troppo zuccherosa!

Un consiglio prezioso che avevo scovato in internet: per non piangere lacrime amarissime quando tagliate le cipolle, copritevi il naso e la bocca con una sciarpetta, e cercate di respirare con la bocca.Vi bruceranno gli occhi, ma non lacrimeranno! Non chiedemi perchè, ma funziona davvero, l'ho sperimentato più di una volta!

lunedì 10 novembre 2014

Le mie salviettine umidificate senza cose strane dentro!

Le salviettine sono indubbiamente comode, purtroppo hanno gli stessi problemi dei prodotti cosmetici e da bagno: sono piene di derivati del petrolio e altre sostanze potenzialmente dannose per l'organismo di cui è meglio fare a meno. Fortunatamente è facile farsele in casa, con pochi ingredienti e in pochissimo tempo.


Tutto quello che occorre è:
1 bicchiere d'acqua (circa 200 ml)
1 bustina di camomilla
1 cucchiaio di aceto di mele
1 cucchiaino di bagnoschiuma eco-bio, anche autoprodotto
telo di tessuto-non-tessuto o microfibra
Se volete potete aggiungere anche qualche goccina di olio essenziale a vostra scelta.

Preparate una camomilla con i 200 ml di acqua e nel frattempo ritagliate a rettangoli il tessuto che avete scelto. Quando la camomilla si è un po' raffreddata, unite il resto degli ingredienti e mescolate.
Versate questa miscela in una vaschetta (ottime quelle delle verdure del supermercato) o in un qualunque altro contenitore, e immergetevi brevemente ogni rettangolo di tessuto.


Andate avanti fino a terminare la miscela di camomilla, poi mettere le salviettine in un contenitore con il coperchio, ad esempio le vaschette di plastica dei prodotti di gastronomia.
Il numero di salviettine che vengono dipende dal tipo di tessuto e dalle dimensioni dei rettangoli. Io utilizzo un particolare tessuto-non-tessuto in microfibra che viene anche utilizzato per fare le salviette asciugamani usa e getta, l'avevo preso secoli fa ad una svendita e l'avevo tenuto da parte in attesa che mi venisse in mente un modo per utilizzarlo. Con queste quantità mi vengono una cinquantina di salviette.
Va bene anche il normale tessuto-non-tessuto venduto in rotoli come tovaglia usa e getta, oppure un vecchio asciugamano in microfibra da ritagliare a rettangoli (questo specialmente per fare le salviette per il cambio pannolini dei bimbi). In questo caso penso che vengano quattro o cinque salviette perchè la microfibra è molto assorbente, se avete bisogno di farne di più aumentate le dosi.

Con l'aceto che fa da conservante io le tengo anche fuori dal frigo, e non mi è mai capitato che prendessero cattivi odori o che il colore delle salviettine cambiasse, nemmeno in estate. Comunque se volete stare più tranquilli tenetele pure in frigorifero e tiratele fuori quando ne avete bisogno.

martedì 4 novembre 2014

La nuova casetta di Sibilla... con su Sibilla!


...Sì, in teoria lei dovrebbe starci dentro, non sopra, ma vabbè... C'è anche da dire che non fa affatto freddo in questo strano autunno campagnolo, e più che in novembre sembra di stare alla fine di settembre.

Comunque, la nuova casetta di Sibilla è una delle mie ultime realizzazioni con materiali di recupero trovati in casa. Ho usato:
- un pezzo di bancale
- il retro di compensato di una cornice a giorno ormai defunta
- uno scatolone recuperato al supermarket
- una cartelletta in plastica formato A3 che usavo un'era geologica fa, quando andavo all'università
- un sacco a pelo che ha visto tempi migliori
- un maglione e un pile che nessuno metteva più.
- una manciata di chiodi.

Per fare il tutto ci ho messo una mezz'ora o poco più, impegnata quasi completamente dal taglio del bancale nella giusta misura per farlo entrare nello scatolone... ci è voluto un pò di pensamento e un bel lavoro di sega, ma alla fine l'ho avuta vinta io!
Diciamo che il costo totale è di qualche centesimo, se proprio non avete in casa neanche un chiodino e dovete andarlo a comprare.
Sibilla apprezza, e io sono doppiamente contenta!

venerdì 24 ottobre 2014

Detergente fai da te per lavastoviglie - La mia ricetta

Usate anche voi la lavastoviglie? Vi è mai capitato facendo scarpetta nel piatto di sentire un retrogusto che non saprei definire alrimenti che 'chimico'? A me sì, e la cosa ovviamente non poteva piacermi. Quel retrogusto è dato dai residui del detersivo del brillantante... solido, liquido, in gel che sia non ha importanza, rimangono comunque delle tracce che poi inevitabilmente finiamo per ingerire assieme al cibo che mangiamo, come se fosse un disgustoso condimento.

I detersivi ecologici esistono, e saranno pure buonissimi per carità, ma per comprarli tocca accendere un mutuo, così mi sono messa in caccia di detersivi alternativi su internet. Di ricette ce ne sono tante (anche se alla fine sono tutte variazioni di due o tre temi principali) e confesso che i risultati non sono mai stati pienamente soddisfacenti. Più di una volta mi sono ritrovata a dover rilavare un intero carico di piatti, e pure la lavastoviglie stessa, con mio gran scorno...
Però, tentativo dopo tentativo, alla fine ho trovato una formula che mi soddisfa e da allora la uso con soddisfazione!



La base è quella del detersivo più classico fra quelli alternativi, fatto con limoni, sale e aceto. Servono:
3 limoni non trattati o bio (nella buccia dei limoni normali ci sono prodotti dannosi)
400 ml di acqua
200 gr. sale fino
100 ml aceto bianco

Bisogna tagliare i limoni a pezzi togliendo i semi (per farlo io li spremo), poi metterli in un frullatore con un po' d'acqua e di sale e frullare benissimo. Mettere la poltiglia di limoni in una pentola assieme all'aceto e al resto del sale e dell'acqua, far scaldare e poi far bollire per 20 minuti con il coperchio, abbassando la fiamma altrimenti erutta!
Passati i 20 minuti bisogna frullare ancora con il minipimer per rendere la poltiglia il più possibile omogenea, e successivamente si lascia raffreffare e si invasa nei barattoli. In alternativa, potete invasare il detersivo ancora caldo e metterle i barattoli a raffreddare a testa in giù per fare il sottovuoto. Con quelle quantità vengono due barattoli medi, che potete conservare in dispensa o in frigo. La quantità per ogni lavaggio è quella sufficiente a riempire la vaschetta della vostra lavastoviglie.

Fin qui la ricetta classica, che però non mi soddisfaceva fino in fondo, nonostante i commenti entusiastici che trovavo in rete. Così ho pensato di aggiungere ad ogni lavaggio un mezzo cucchiaino di detersivo tradizionale per i piatti, il più ecologico che trovate. Solo mezzo, mi raccomando, altrimenti la lavastoviglie diventa un vulcano che erutta schiuma da tutte le parti e poi ripulirla è un casino! Potete usare anche il detersivo di marsiglia, che sgrassa infinitamente di più di quello dei piatti, ma essendo più schiumoso dovete metterne ancora meno, un quarto di cucchiaino.
Giusto per scrupolo, ogni 4-5 lavaggi 'alternativi' ne faccio uno con un detersivo tradizionale ecologico. Ho scoperto quello della linea ViviVerde della Coop, che è piuttosto economico ed è certificato EcoLabel
Ovviamente ho sostituito anche il brillantante, con una soluzione di acido citrico al 15% (150 gr di acido citrico + 850 gr acqua distillata) Da allora i miei piatti sono perfetti e le pietanze che ci metto dentro lo sono anche di più!

venerdì 10 ottobre 2014

Lettiera per gatti ecologica

Sono sempre alla ricerca di alternative più rispettose dell'ambiente per tutte quelle cose che non posso fare in casa e devo comprare per forza. Una di queste è la lettiera per i mici.
Prima usavo quelle classiche da supermarket, di bentonite, ma non è che fossi poi così soddisfatta. Intanto non mi piaceva l'idea di far viaggiare i pacchi di lettiera in giro per mezza Italia, con conseguente inquinamento ambientale. E ancora meno mi piaceva la polvere che le gatte sollevavano quando la usavano, che mi si depositava dappertutto, e se stavo solo due giorni senza spolverare (la lettiera la devo tenere per forza nello studiolo di casa mia, lontana dalla cagnolina) la stanza sembrava il presepe quando ci spargo su la farina per fare la neve...
Tutta quella polvere così fine, poi, sicuramente finiva anche nei loro polmoni e nei miei, e allora mi sono messa in caccia di alternative.
Di lettiere ecologiche, solitamente in fibre vegetali, ce ne sono tante in commercio, ma sono tutte care da far paura, come minimo 4 - 5 euro a sacco, se non anche 6 o 7. Certo, loro ti dicono che un sacco dura anche un mese per un gatto, ma visto il volume di prodotto in ogni sacco la vedo difficile che duri più di un paio di settimane e a conti fatti non mi andava di spendere 15 euro ogni due settimane. Leggendo varie esperienze in internet sono approdata a questa...


E' una lettiera per cavalli in fibre di cocco, totalmente biodegradabile e compostabile. Viene venduta in ballette compresse che occupano lo spazio di un trolley di quelli grandi, quindi può stare sul balcone o in un ripostiglio.
La prima volta, per provare, ho comprato una balletta da 18 kg, e mi è durata cinque mesi e mezzo. Considerando che nell'ultimo mese ho avuto cinque gatti al posto di tre, credo che alla fine ci avrei fatto comodamente 3 o 4 settimane in più. L'aspetto è morbido, e ha un buon odore di legno e di bosco. Dopo qualche settimana di uso l'aspetto cambia e diventa più 'sabbiosa', e a quel punto la cambio con della lettiera nuova. Se si ha l'accortezza di mescolare alla lettiera anche qualche manciata di bicarbonato gli odori spariscono completamente, ed è forse questa la cosa che mi ha sorpreso di più. Adesso che si cominciano a tenere le finestre chiuse, in studiolo non si sente niente, mentre prima aleggiava sempre un sottofondo di odore di lettiera, nonostante gli incensi e i profumi che spargevo a piene mani (merito proprio delle fibre di cocco, che assorbono l'ammoniaca della pipi). La polvere in giro è sparita, e anche il pavimento si pulisce più facilmente. Oltretutto essendo le fibre di cocco molto leggere, anche spostare la cassetta per pulire sotto è infinitamente meno faticoso.
La pulizia della lettiera è forse un pò più laboriosa per quanto riguarda la parte liquida, perchè le fibre di cocco agglomerano molto meno della bentonite, e se il micio ha l'abitudine di scavare e fare la pipi sul fondo bisognerà rimuovere molto prodotto. Se invece la fa in superficie è più semplice da raccogliere. Io uso due contenitori, uno per le parti solide che poi butto nell'indifferenziato, e uno per le parti liquide che poi spargo in giardino o getto nella raccolta del 'verde' o nel sacchetto dell'umido. Ogni tanto, con parsimonia, lo butto anche nella compostiera - senza esagerare altrimenti l'ammoniaca della pipi dei gatti altera troppo i valori del compost.
Mi sono trovata talmente bene, che ho rifatto un ordine, questa volta da un altro fornitore che ha ballette più grandi, da 26 kg. Se siete curiosi qui è dove ho comprato
Ogni balletta costa meno di 15 euro, io ne ho prese due per ammortizzare le spese di spedizione, e quindi con poco più di 40 euro dovrei essere a posto per circa un anno... direi che conviene!

giovedì 9 ottobre 2014

Una nuova puntata della saga dei Sibillidi... l'arrivo di Ulisse

Quando è arrivato a casa nostra, Ulisse era un cosino tremante e terrorizzato


Lo avevo appena recuperato dalle grinfie di uno dei cani del vicinato (qui, purtroppo, c'è questa insana abitudine di lasciare liberi i cani, con il rischio che facciano del male a qualcuno o che finiscano sotto una macchina...), fortunatamente non aveva ferite, era solo sporchissimo e spaventato.

Non ne ho l'assoluta certezza, ma visto dove l'ho trovato ho subito pensato che fosse lui il gattino che degli adulti poco illuminati avevano regalato alla loro bambina di due anni... La loro casa è proprio sul percorso che faccio abitualmente quando vado a passeggio con Penny, ed era stato inevitabile sentire il trattamento che questa bimba riservava al povero micio... gli strilli della bestiola lasciavano poco spazio ai dubbi. Anche per questo non ho avuto nessuna incertezza: non sarei mai andata da quelle persone a chiedergli se il gattino fosse il loro. E poi... e poi le sue dimensioni e la somiglianza con Sibilla e con il Sibillino mi hanno subito fatto pensare che lui fosse uno dei piccoli di Sibilla, che qualcuno doveva avergli portato via. So anche quando può essere successo: il 13 Settembre, quando qui c'era una sagra di paese e Sibilla era arrivata di corsa nel nostro giardino dopo avere urlato contro qualcosa o qualcuno, visibilmente scossa. Sono quasi certa che il gattino fosse comparso in quella casa sciagurata proprio in quel periodo, quindi dal mio punto di vista il cerchio era chiuso. Il piccolino sarebbe venuto al sicuro da noi!

Ho subito provato a farlo vedere a Sibilla, ma lei non lo riconosceva più. Il piccolo invece, nel sentire i miagolii di 'Billa aveva subito cominciato a fare le fusa... era la prova definitiva che quello fosse davvero uno dei suoi cuccioli!
I due fratellini hanno fatto amicizia quasi subito e adesso sono inseparabili


Con la mamma c'è voluto un pò di più, ma alla fine anche lei ha accettato Ulisse come suo piccolo

Cercheremo di fare adottare i due fratellini (a proposito, il Sibillino lo abbiamo chiamato Orazio), ma se non ci riusciremo il piccolo Ulisse starà con noi!

mercoledì 1 ottobre 2014

E' tempo di mettere via qualcosa per l'inverno

Complice le temperature tiepide di questo inizio autunno, sto finendo solo in questi giorni di mettere via verdure e ortaggi per l'inverno. Queste sono alcune delle mie preparazioni

...Ratatouille, peperonata, zaalouk (misto di verdure speziate)


...Verdure alla griglia


...Zucca cotta in forno (la uso per risotti, per il ripieno dei tortelli, per i gnocchi, per le zuppe, per il pane)


...E poi l'ultimo taglio delle erbe aromatiche: menta, erba cipollina, basilico, prezzemolo, salvia, rosmarino, maggiorana, rucola


Gli ortaggi li preparo e li surgelo in vaschette del gelato o in quelle di plastica del supermercato (tipo quelle delle carote), le erbe invece le surgelo da fresche. Lo preferisco rispetto alle erbe essiccate, perchè quando poi le utilizzo sembrano appena venute giù dalla pianta.

martedì 23 settembre 2014

Rimedio naturale antipulci (testato sul Sibillino!)

...testato e funzionante!


L'arrivo dei Sibillidi e del loro notevole carico di pulci, mi ha dato l'occasione per provare un rimedio naturale di cui avevo letto da tempo ma che non avevo ancora avuto occasione di provare. So che sembra strano, ma le altre gatte e la cagnolina raramente si ritrovano a portare in giro i piccoli  succhiasangue, nonostante io non usi pipette, spray o altri prodotti antipulci. Ho eliminato anche il banale collare che in passato mettevo a Penny, perchè mi sembrava che le desse irritazione (e peraltro non era efficace con le zecche, che poi era il motivo principale per cui lo compravo). Quando capita di vedere una pulce o una zecca la rimuovo a mano e tutto finisce lì.
Purtroppo i Sibillidi erano davvero pienissimi di pulci e qualcosa dovevo fare. A Mamma Sibilla ho dato una pipetta di Frontline che tenevo da parte per le emergenze. Al Sibillino, su consiglio del Vet, avrei dovuto dare il Frontline spray, ma l'idea di spruzzare chissà quali sostanze tossiche su un gattino tanto piccolo mi convinceva poco, così ho colto l'occasione per sperimentare il famoso rimedio naturale.

Ho usato mezzo limone non trattato e una tazza d'acqua.
Ho tagliato il limone a fette e l'ho messo in un pentolino con una tazza d'acqua, l'ho messo sul fuoco e l'ho portato a ebollizione, facendolo poi bollire per circa 3 minuti.
Ho poi spento il fuoco e ho lasciato che si raffreddasse, e infine ho filtrato tutto e ho messo l'acqua e limone in uno spruzzino.
Ho spruzzato il prodotto su tutto il pelo, specialmente sulla (meravigliosa!!!) pancina rosa e sotto le ascelle dove c'erano più pulci, e successivamente l'ho asciugato delicatamente con un panno in microfibra. Il trattamento è stato poi concluso da un paio di vigorose leccate di Mamma Sibilla!

Ho fatto tutto questo nel tardo pomeriggio, prima dell'ora di cena. Il mattino dopo - sorpresa! - le pulci erano quasi sparite, ne rimanevano alla vista solo due che si sono poi volatilizzate con i trattamenti successivi (ne ho fatti altri due). E il pelo del Sibillino era favoloso, morbido e lucido!
Quello che non vi so dire è se le pulci siano morte o solo scappate. Io non le ho viste in giro, nè defunte nè saltellanti, ma per evitare il problema di una infestazione ho lavato cucce e giacigli e ho aspirato il tappeto. E per concludere, ho spruzzato sui medesimi giacigli, cucce e tappeto il resto dell'acqua e limone che avevo nello spruzzino.

Al posto di acqua e limone potete usare acqua e aceto bianco (un bicchierino di aceto in una tazzona di acqua tiepida), ma l'odore è più forte e la bestiola potrebbe non gradire. Acqua e aceto (un bicchiere in un litro e mezzo circa di acqua tiepida) è comunque un ottimo prodotto per pulire il mantello di cani e gatti, e lascia il pelo morbido e lucido.

venerdì 19 settembre 2014

Una piccola storia a lieto fine

E' quella della gatta che abbiamo chiamato Sibilla.
Era capitata a casa nostra una prima volta agli inizi di giugno con due gattini, ma si era limitata a scroccare un pasto, poi se n'era andata. Per lungo tempo non si era più vista, e non avevamo più visto neanche i suoi gattini.
Era poi ricomparsa a metà agosto, era magrissima e miagolava disperata davanti al cancello di casa. Non era difficile intuire cosa volesse, così le avevo dato da mangiare e da bere, e le avevo anche mostrato il passaggio sicuro che ho aperto nel reticolato per permettere alle mie gatte di muoversi liberamente e in sicurezza fra i giardini delle villette qui attorno. Non mi facevo grandi illusioni, ma in segreto speravo che tornasse... beh, lo ha fatto! Da allora è venuta qui molte volte ogni giorno, e nel giro di un paio di settimane era confidente quanto bastava perchè riuscissimo a prenderla per portarla dal Vet per un controllo. Da lui abbiamo avuto la conferma di qualcosa che già immaginavamo, e cioè che la micia avesse partorito da pochissimo, probabilmente proprio quando era venuta da noi a cercare da mangiare. Il Vet ci ha detto di continuare a nutrirla in abbondanza e di tenere le dita incrociate, perchè c'era la possibilità che prima o poi ci portasse i suoi gattini.
Nel frattempo le avevamo dato un nome e l'avevamo lasciata libera di girare per casa, con gran scorno delle altre due gatte e sommo divertimento da parte del cane, ma quello faceva parte del gioco.

Dicono che umanizzare i comportamenti degli animali sia sbagliato, ma in queste settimane non abbiamo potuto fare a meno di pensare che i suoi giri in lungo e in largo per la casa fossero in realtà dei sopralluoghi: doveva avere capito che la tana in cui nascondeva i suoi gattini non era sicura, specialmente adesso che le temperature si stanno abbassando e la notte fa fresco... e poi gli umani che vivono qui attorno non sono come noi. Da queste parti i randagi nella migliore delle ipotesi si ignorano e si fanno morire di fame e di malattie, e più in generale si scacciano o si ammazzano senza tanti complimenti, e un animale queste cose le capisce, ne sono convintissima.
Fortunatamente la conclusione è stata quella che ci auguravamo, e stamattina Sibilla ci ha fatto trovare davanti alla porta della cucina il suo piccolino - prontamente rinominato Sibillino|
Il primo posto dove lo ha portato è stato proprio quel garage che lei aveva tanto esplorato, cosa questa che ha confermato che la nostra intuizione era giusta: da brava mamma, Sibilla in queste settimane ci ha studiato, ha controllato che la casa fosse sicura, si è accertata che gli altri animali di casa fossero inoffensivi, e quando si è sentita sicura si è trasferita qui con armi e bagagli... che poi erano il suo Sibillino e un discreto carico di pulci (che presto provvederemo a rimuovere)
Nel giro di qualche ora i Sibillidi si sono già impossessati del divano e si stanno comportando come se fossero qui da sempre. Dopo qualche screzio fra bestie, fortunatamente la pace e il silenzio sono tornati a regnare a casa Geesbrug, e nell'attesa di sistemare il Sibillino ci godiamo la nostra nuova famiglia allargata.Era già previsto che prendessimo un'altra gatta, dopo che la scorsa primavera la nostra Mimi era morta avvelenata dal lumachicida. Pensavamo di prenderla in un rifugio, ma in fondo anche così va bene... dopotutto abbiamo salvato due gatti al prezzo di uno, meglio di un'offerta speciale!
Quello che è impagabile è il senso di soddisfazione profonda che alberga nei nostri cuori da stamattina. Ci sentiamo dannatamente bene, quello speciale sentimento che ci prende quando sappiamo di avere fatto non solo una buona azione, ma un'azione giusta. E' grandioso!

martedì 16 settembre 2014

Il santuario delle lumache


Di solito in campagna le lumache le sterminano o le mangiano... bollite vive, naturalmente. A proposito, il veleno specifico per lumache è velenosissimo anche per altri animali, nonostante quello che scrivono sulle confezioni, e ne bastano pochi grammi per uccidere un cane adulto di medie dimensioni. La scorsa primavera una delle mie gatte è entrata in contatto con questa robaccia ed è morta nel giro di mezz'ora...  un'esperienza che non potrò mai dimenticare... E sempre a proposito, mi rifiuto di credere che un prodotto tanto tossico sia totalmente innocuo anche per gli umani. Questi prodotto si sciolgono nel terreno ed è inevitabile che siano poi assorbiti dalle radici delle nostre insalate... davvero ci fidiamo?

Veleni e insetticidi sono banditi dai miei giardini, e lascio le lumache libere di fare quello che gli pare. Di più, ogni volta che esco a passeggio con il cane e ne trovo qualcuna la raccolgo e me la porto a casa. La gente mi prende per matta, o in alternativa lancia occhiate interessate calcolando quanti piattini di lumache potrebbe cucinarsi con le mie ospiti antennute, ma non mi importa!




Le forniture continue di scarti di insalata e un discreto numero di erbacce nel giardino tenuto in stato semi-selvatico (niente prato all'inglese!) garantiscono l'incolumità dei miei ortaggi e delle erbe aromatiche. Le piccoline prosperano felici, e io sono triplamente felice sapendo di aver lasciato a bocca asciutta avvelenatori e buongustai caserecci.

giovedì 11 settembre 2014

Addio amica...

L'orsa Daniza è morta, non è sopravvissuta al tentativo di cattura... Spero che almeno ora sia libera in un posto migliore di quello dove ha vissuto...
Ciao...
Per saperne di più leggi qui - Repubblica.it

Nutella fatta in casa

A chi non piace la Nutella? Peccato che non sia affatto genuina come la pubblicità vorrebbe farci credere, soprattutto perchè fra i grassi vegetali che la compongono c'è una percentuale importante di olio di palma. E' un grasso usatissimo dall'industria dolciaria perchè costa poco, ma è di scarsissima qualità (è un olio che ha subito un processo di raffinazione nel quale vengono irrimediabilmente perse tutte o quasi le sostanze benefiche contenute nei semi) e soprattutto è nemico dell'ambiente, perchè per realizzare le piantagioni di palme da olio si distruggono le foreste tropicali con danni enormi (leggi qui - Greenpeace Italia)
Non compravo la Nutella neanche prima, perchè non ho nessuna simpatia per le marche e le multinazionali che gli stanno dietro, e da quando ho scoperto questa faccenda degli oli di palma e degli altri grassi vegetali di bassa qualità che vengono usate per fare i dolci industriali, ho smesso di comprare anche quelli e me li faccio da me!


La nutella è semplicissima da fare in casa! Vi servono
100 g di cioccolato fondente
80 g di zucchero di canna
50 g di nocciole tritate
60 ml di olio di semi girasole o altro olio vegetale leggero
100 g di latte di soia
se vi piace potete aggiungere anche 1 cucchiaino di cannella o zenzero o scorze di arancia essiccate e tritate fini.

Bisogna tritare assieme le nocciole e lo zucchero per renderli il più possibile fini, azionando il tritatutto per pochi secondi alla volta e staccando sempre il composto dalle pareti (con il calore le nocciole rilasciano il loro olio!). Successivamente far sciogliere a bagnomaria il cioccolato, e poi aggiungere il resto degli ingredienti. Mescolate benissimo e poi invasate subito nei barattoli sterilizzati. Se volete fare il sottovuoto tappateli e metteteli a testa in giù finchè non sono freddi. Io come al solito preferisco congelare, quindi faccio raffreddare e poi metto tutto in freezer.
La nutella dura a lungo, circa un mese, anche se è mia abitudine usare sempre barattolini piccoli, tipo quelli degli omogeneizzati o poco più grandi, per poter consumare i miei prodotti home made nel più breve tempo possibile. Con queste quantità ne vengono 5 o 6.

giovedì 4 settembre 2014

Biotiful, un sito da tenere a mente

Ho scoperto questo sito e voglio fargli la giusta pubblicità! Si chiama Biotiful e il suo scopo è ben spiegato nella sua sezione "Chi siamo"... 


Biotiful.it nasce dal crescente bisogno personale di mettere a disposizione del maggior numero di persone il sapere accumulato in anni di ricerche sull'analisi dei componenti impiegati nei prodotti di uso quotidiano. Molte persone non hanno la minima idea di cosa entri in contatto con la loro pelle. Biotiful.it è qui per questo.
Questo sito è ben lontano dal voler sostenere il biologico a tutti i costi e non condanna assolutamente la chimica, scienza fondamentale molto spesso utilizzata ingiustamente con accezione dispregiativa; cerca, invece, di offrire una valutazione oggettiva degli effetti dei prodotti, basata su un' analisi approfondita dei singoli ingredienti che li compongono. Durante la valutazione si devono tenere in conto più fattori, poiché non possono essere etichettati come nocivi soltanto i componenti notoriamente dannosi per l'uomo, ma anche quelli prodotti a discapito dell'ambiente e quelli che non sono ancora stati sufficientemente controllati.
L'obiettivo è di colpire le aziende che lucrano sull'utilizzo di questi componenti pericolosi per la nostra salute, i quali potrebbero essere facilmente sostituiti con equivalenti meno dannosi.
Essere consapevoli di cosa contiene un prodotto con cui la nostra pelle entra spesso in contatto, è uno strumento importantissimo, che ci permette di capire e valutare i suoi effetti benefici, la sua funzione ed il suo valore reale. Concetto che viene espresso chiaramente da questa citazione di Barbara Righini (SaiCosaTiSpalmi): 

"Imparando a leggere le etichette vivrai una vera e propria "caduta degli Dei". La crema prodigiosa pubblicizzata dalla meravigliosa modella su tutte le riviste verrà espulsa dall'elenco dei tuoi oggetti del desiderio non appena realizzerai ciò che contiene e quanto vogliono fartelo pagare.” 

Quindi, Biotiful.it è a tua disposizione per offrirti tutti gli strumenti necessari per aiutarti ad operare una tua valutazione in merito, cercando nel contempo di aumentare il grado di consapevolezza e responsabilità globale su questo argomento sfruttando la potenza dei social networks. 

C'è anche un video che vi invito a guardare... è decisamente istruttivo e potrebbe cambiare molte delle vostre convinzioni... Biotiful.it - La storia dei cosmetici

venerdì 29 agosto 2014

Crema antiodorante fai da te

...magari l'argomento non è dei più affascinanti, ma il bisogno di una crema antiodorante per le ascelle è comunque reale anche in questi ultimi scampoli di estate.
Come tanti, usavo anch'io i prodotti commerciali, poi anche su questo argomento ho aperto gli occhi e mi sono resa conto che mi stavo facendo delle belle overdosi di prodotti chimici non sufficientemente testati (con buona pace di quello che c'è scritto sulle etichette riguardo ai loro mirabolanti test dermatologici, che non tengono mai conto delle interazioni fra le decine di sostanze che compongono i prodotti, nè degli effetti a lungo termine). Soprattutto ho scoperto che quasi tutti gli antiodoranti commerciali, specie quelli antitraspiranti, contengono composti di alluminio che possono dare problemi di allergia e inoltre si accumulano nell'organismo con effetti mai studiati, ma che così a occhio non devono esser piacevoli. Molti, inoltre, contengono antibatterici come il triclosan, che secondo alcuni studi verrebbe assorbito dall'organismo molto più di quanto si pensasse in passato e provocherebbe anche problemi cardiaci e muscolari. Insomma, al di là degli studi e degli allarmismi, sarebbe comunque meglio evitare di entrare in contatto con sostanze di cui in realtà sappiamo poco o niente, e che vengono dichiarate 'sicure' dagli stessi che le producono e le mettono in commercio... avete mai sentito un oste dire che il suo vino non è il migliore?


La mia alternativa si chiama bicarbonato. Essendo un blando antibatterico naturale, aiuta a tenere a bada i batteri responsabili del cattivo odore della traspirazione, garantendo lo stesso risultato degli antiodoranti naturali. Non è un antitraspirante, quindi non blocca la sudorazione come la maggior parte dei prodotti commerciali, che ostruiscono i pori impedendo al sudore di uscire, ma impedisce semplicemente che questa abbia un cattivo odore. Se uniamo il bicarbonato ad una crema idrantante con un buon INCI avremo un prodotto del tutto paragonabile alle creme antiodoranti commerciali.

Tutto quello che serve è un barattolino di vetro da sterilizzare con bollitura o lasciandolo immerso in alcool alimentare (uso a tal scopo della grappaccia imbevibile di riciclo!).

Si mettono 2 cucchiaini scarsi di crema e 1/2 cucchiaino di bicarbonato, si mescola bene e si tiene al riparo dalla luce... tutto qui! E' possibile che la cremina che otteniamo dopo qualche giorno cambi di aspetto diventando più scura e più soda, è la normale reazione con il bicarbonato, non è nulla di preoccupante. Dobbiamo invece prestare attenzione alla reazione della nostra pelle, perchè il bicarbonato può essere irritante e dare bruciore. E' meglio fare una prova spalmando un pò di crema nell'incavo del gomito e aspettare un paio di giorni, un pò come per le tinture dei capelli per intenderci.
In questo caso si può provare a usare il bicarbonato sciolto in acqua.


In uno spruzzino come questo mettete un paio di cucchiaini di bicarbonato e agitate bene per fare sciogliere la polvere, e se volete potete aggiungere qualche goccia di olio essenziale a scelta o di profumo con buon INCI. Il deodorante liquido è meno duraturo (quello in crema dura anche 3 giorni), ma è più delicato.
Io mi trovo benone con la crema, mio marito con lo spray, con molti ringraziamenti da parte del nostro corpo e pure dal conto in banca: il costo dei nostri deodoranti è irrisorio!

venerdì 22 agosto 2014

Ammorbidente fai da te

Non l'ho mai amato molto, l'ammorbidente tradizionale, anche perchè nella mia famiglia fino ad un certo punto non lo si usava mai e nessuno si lamentava degli asciugamani un pò ruvidi. Sapevo che non fossero amici dell'ambiente e della pelle, ma non fino a che punto... Gli ammorbidenti commerciali contengono sostanze poco o per niente biodegradabili come fosfati, derivati del petrolio, coloranti e profumi artificiali altamente inquinanti per l'ambiente e potenzialmente nocivi per l'uomo. Soprattutto possono scatenare reazioni allergiche e dermatiti, motivo per cui esistono gli ammorbidenti ipoallergenici... che poi è stato il primo campanello di allarme che è risuonato nella mia testa: se gli ammorbidenti tradizionali sono sicuri, per quale motivo le multinazionali hanno sentito l'esigenza di farne alcuni ipoallergenici? Forse perchè non sono poi così sicuri...

Per fortuna esistono delle alternative! Visto che il bucato vien fuori duro perchè nell'acqua c'è il calcare, il concetto base è addolcire l'acqua.
Si può provare con l'aceto bianco, da versare direttamente nella vaschetta dell'ammorbidente (ma va bene anche per la lavastoviglie come brillantante); qualcuno dice che alla lunga può danneggiare la lavatrice (o la lavapiatti), io l'ho usato per più di un anno e non ho mai avuto problemi.
Un altro rimedio è il bicarbonato, un cucchiaio sciolto in un bicchiere d'acqua da versare nella vaschetta dell'ammorbidente. Ho provato anche questo, con risultati paragonabili a quelli dell'aceto.
Personalmente, quello che preferisco è l'acido citrico.


L'acido citrico è un additivo alimentare naturale (sigla E330), è generalmente in polvere, si trova nei negozi di forniture di articoli per enologia, nei brico più forniti o più facilmente su internet, e il suo costo è circa 6 euro al kg.

Per fare un buon ammorbidente per un'acqua di media durezza bisogna fare una soluzione al 15% in acqua distillata: 150 g di acido citrico e 850 g di acqua distillata (con l'acqua di rubinetto l'ammorbidente perde ovviamente di efficacia perchè iniza ad agire anzitempo). Se nella vostra zona l'acqua è particolarmente ricca di calcare potete salire fino al 20%, che significa 200 g di acido citrico e 800 g di acqua distillata. Mettete il tutto in una bottiglia di recupero e agitate bene per far sciogliere la polvere; se volete potete aggiungere qualche goccia di olio essenziale o del profumo naturale... io ultimamente sto aggiungendo della vecchia acqua di colonia fatta senza ingredienti strani, un bicchierino di liquore in ogni bottiglia da un litro. Dico subito che non da un gran profumo di lavanda al bucato, ma toglie qualsiasi odore che possa rimanere alla biancheria, che infatti ha solo un buon profumo di detersivo di marsiglia e di pulito!

La dose è di 100 ml per lavaggio, che nel mio caso è anche la capienza della vaschetta dell'ammorbidente. Se il bucato risultasse troppo ruvido provate ad aumentare le dosi o passate ad una soluzione maggiore (comunque non più del 20%). Nel mio caso il risultato è del tutto soddisfacente, in più ho la sicurezza di non mettermi addosso abiti velenosi e anche l'ambiente ringrazia!

giovedì 14 agosto 2014

Dado fatto in casa...Glutammato, no grazie!


Il glutammato è un additivo che serve a dare sapore ad alcuni alimenti già pronti e si trova dappertutto, nelle patatine aromatizzate, nei piatti di gastronomia pronta dei supermercati, nei sughi, oltre che nei dadi e nei preparati per il brodo. Alcuni studi lo indicano come possibile responsabile di allergie e altre patologie come l'asma, ma al di là di questo il fatto che venga usato per "esaltare il sapore degli alimenti" è chiaro indice che la qualità del prodotto di base, cioè prima che venga aggiunto il glutammato, è evidentemente bassa, altrimenti perchè metterlo?
Oltre a coprire carenze nella qualità degli alimenti, il glutammato provoca anche una certa assuefazione al gusto salato, con la conseguenza che gli alimenti preparati in modo più sano con un giusto quantitativo di sale ci sembrano sempre 'sciapi', con poco sapore insomma, ma non è affatto vero! Semplicemente il nostro organismo è ormai drogato da questa sostanza artificiale e inutile, e noi siamo spinti ad assumere sempre più sale con ovvie conseguenze sulla nostra salute.

Già prima di imparare queste cose non compravo comunque piatti o sughi pronti. Il passo successivo è stato eliminare anche i dadi e imparare a farli da me! E' semplice, e quello che otteniamo non ha nulla da invidiare ai comuni dadi commerciali in temini di gusto, ma il guadagno in termini di salute è immenso!


Tutto quello che serve sono carote, sedano e cipolle, ma potete aggiungere anche qualsiasi altro ortaggio che avete in casa, come zucchine, melanzane o pomodori: è anche un buon modo per consumare eventuali avanzi e non gettare nulla. Le proporzioni variano in base a quello che avete in casa. Potete scegliere di aggiungere gli ingrendienti in parti uguali, ma non cambia niente se c'è di più di uno rispetto agli altri, il dado viene buono lo stesso! So che alcuni ci mettono anche erbe aromatiche o spezie, ma io preferisco non farlo per avere un dado che vada bene per qualunque preparazione. Erbe e spezie preferisco aggiungerle quando cucino i vari piatti.

Si procede in questo modo:

Tagliare tutti gli ingredienti a tocchetti e successivamente pesarli per determinare la quantità di sale da aggiungere. Il sale va aggiunto in una percentuale che varia dal 20% al 30% del peso complessivo delle verdure tagliate, a seconda dei vostri gusti personali. Ad esempio, se avete tagliato 1000 grammi di verdure, dovrete aggiungere 200 o 300 grammi di sale (il modo più pratico per calcolare la percentuale è dividere per 10 e moltiplicare per 2 o per 3). Io personalmente aggiungo il 25% di sale.

Una volta determinata la quantità del sale, mettere le verdure in un tegame antiaderente con un poco di olio sul fondo, poi coprirle con il sale e far cuocere a fuoco lento per circa un'ora e mezza, coperte con il coperchio e senza mescolare. Solo quando le verdure sono completamente ammorbidite si possono mescolare per amalgamare il sale. Lasciarle sul fuoco altri 10 minuti,poi frullarle con il minipimer o con il frullatore per renderle fini, e poi rimetterle di nuovo sul fuoco a farle addensare completamente per altri 10-15 minuti.
Mettere il dado ancora caldo nei barattoli sterilizzati e capovolgerli per fare il sottovuoto finchè non sono freddi, poi conservarli in dispensa o in freezer. Una volta aperto dura tantissimo, in ogni caso è comunque meglio fare barattolini piccoli che non creano problemi di conservazione.

Un cucchiaino di dado casalingo equivale a un normale cubetto di dado, con in più la comodità di poter aumetare o diminuire le dosi a seconda dei gusti e delle preparazioni. E' sempre meglio non eccedere però, perchè c'è comunque tanto sale. Se proprio vogliamo dare più sapore ai nostri piatti è meglio usare spezie e erbe aromatiche, come pepe, curry, cumino, noce moscata... le possibilità sono infinite!


mercoledì 13 agosto 2014

Riflessi

(Foto S.M. Geesbrug - Agosto 2014)
 

(Foto S.M. Geesbrug - Primavera 1988)

martedì 5 agosto 2014

Non solo saggezza, ma anche intelligenza... La compostiera

 
...A dire il vero c'è un altro motivo per cui faccio questo piccolo gesto nobile, che non costa niente e riempie il cuore di una soddisfazione enorme: i piccoli vermetti sono il "motore" della mia compostiera!



I piccolini sono voracissimi! A casa nostra produciamo più o meno un paio di chili di scarti vegetali alla settimana, abbastanza da riempire un piccolo bidoncino con coperchio che usiamo solo per questo, e nel giro di 15-20 giorni è quasi tutto scomparso, rimangono solo i frammenti più grandi o più legnosi! Nella compostiera buttiamo solo scarti vegetali (bucce, torsoli, parti ammaccate di frutta e verdura) e foglie e fiori secchi del giardino. Non ci butto l'erba perchè è troppo lunga da degradare, però di tanto in tanto ci butto qualche tovagliolino di carta non unto che aiuta a tenere bassa l'umidità della composta. Avevo provato a buttare anche i sacchetti biodegradabili del supermercato, e con mia grande sorpresa non si erano biodegratati per niente, così li avevo tolti. Senza esagerare, butto anche un pò di cenere della stufa. Rimesto il tutto ogni 7-10 giorni per arieggiare e mescolare bene la terra, e se vedo che la terra è un po' asciutta ci butto un secchio d'acqua. Se fatta bene la composta non puzza, anzi, vien su un buon odore di sottobosco che mi fa pensare a quando ero piccola e andavo a far castagne!
Quando serve un pò di compost, basta tirarlo su con una paletta da giardino e rimuovere vermetti e parti non ancora decomposte. Io di solito lo uso una volta al mese nel periodo vegetativo, in tutte le mie piante.

...naturalmente, se ci fa schifo toccare i vermetti con le mani, possiamo usare i guantini di lattice! Io, dopo più di dodici anni di campagna ormai non mi schifo più di niente, ma nei primi anni sono stati la mia salvezza!

venerdì 1 agosto 2014

Come riciclare il bagnoschiuma con INCI pessimo - Detergente per pulizie generali

Li avevamo in bagno, abbiamo letto le etichette, ci siamo resi conto che lavarci con detergenti industriali zeppi di derivati del petrolio non ci allettava... la domanda sorge spontanea: adesso cosa ne faccio dei bagnoschiuma con INCI cattivo? Buttarli via mi dispiaceva, non è ecologico né economico. Allora ho pensato che, visto come sono fatti, potessero andare bene per pulire il bagno. Ho provato e il risultato è stato strabiliante!


I sanitari sono venuti puliti, brillanti e profumati come nemmeno con il miglior detersivo dedicato, e da allora mi sono dedicata a sperimentare le miscele più varie per avere il miglior detergente per pulire sanitari, pavimenti, piastrelle e tutte le superfici lavabili in generale. Ecco la mia ricetta...

100 ml. di bagnoschiuma di scarto (va bene anche lo shampoo)
200 ml di aceto bianco
200 ml di acqua

Versate tutto in una bottiglia vuota di bagnoschiuma medesimo o meglio ancora in un flacone con la pompetta (di recupero, perfetti quelli del sapone liquido), più pratico e più facile da dosare. Usatelo puro su una spugna per pulire i sanitari, o versatene l'equivalente di un bicchierino in mezzo secchio di acqua per lavare i pavimenti o le piastrelle: fa poca schiuma ma pulisce bene, sgrassa molto e lascia un buon profumo... che poi era quello del nostro vecchio bagnoschiuma preferito. E' economico e ecologico!

martedì 29 luglio 2014

Cottura passiva della pasta, una mini-idea per risparmiare

Confesso che ero scettica, invece la cottura passiva della pasta funziona eccome!


Molto semplicemente, si tratta di cuocere la pasta a fuoco spento lasciandola immersa nell'acqua una volta che questa bolle, coprendo la pentola con il coperchio. I tempi di cottura rimangono gli stessi se il tipo di pasta cuoce in circa 10 minuti (che è più o meno il tempo che ci mette l'acqua a diventare troppo fredda). Se invece usate la pasta che necessita di cotture più lunghe bisogna lasciare il fuoco al minimo per qualche minuto, e poi coprire e spegnere il fuoco. Così facendo la pasta non perde nell'acqua gli amidi e i glutini che le danno sapore, e il risultato è eccezionale anche per le normali paste commerciali, e ancora di più per le paste integrali o fatte in casa.

La cottura passiva si può fare anche per il riso, ricordando di lasciare il fuoco al minimo per qualche minuto e far poi cuocere a fuoco spento per gli ultimi 10 minuti.

Ricordate di non buttare l'acqua della pasta, va benone se dovete allungare un sughetto un po' asciutto ed è fenomenale per sgrassare le pentole. Io la uso per fare un prelavaggio, e a quel punto mi basta pochissimo detersivo per lavare tutto.


mercoledì 23 luglio 2014

Ho fatto il bagno in un'opera d'arte

Quando ero piccola, diciamo fra la metà degli anni '70 e la metà degli '80, Milano era una città molto diversa da quella che si vede oggi. Sono anche passati trenta-quarant'anni, e in fondo è normale che sia così... cambiano i luoghi, cambiano le persone e le abitudini, e questo succede in posti grandi e piccoli, nelle città e nei paesi di tutto il mondo. Non so se "era meglio una volta", come dicono tutti quelli che cominciano a vedere il grigio nei propri capelli o una ruga in più sulla fronte. Ma sospetto che si dica più che altro per nostalgia di quello che si era e che non si è più... i bambini che eravamo, gli adolescenti che talvolta ci ostiniamo a sembrare.

Se penso agli anni della mia infanzia, mi tornano in mente due immagini in particolare. Il salumiere chino sull'affettatrice che tagliava un prosciutto cotto delle dimensioni di un mammuth, e poi avvolgeva il cartoccio in certi fogli di carta sottilissima, di solito azzurro sporco o giallino, dove segnava anche il conto della spesa.
E poi quella che per me era semplicemente la 'piscina dei poveri' al Parco Sempione, dietro alla Triennale... mica lo sapevo che era un'opera d'arte di De Chirico...


Se andate a vederla adesso non la riconoscereste dalla foto. "I Bagni Misteriosi" sono stati restaurati, sono state aggiunte due figure umane che all'epoca non c'erano, e sono stati riportati ai colori originali. Ma quando ci andavo nei pomeriggi d'estate di trent'anni fa per farci il bagno assieme a una piccola massa di bambini come me, che non potevano permettersi le vacanze al mare e neanche un pomeriggio in una piscina più normale, non erano molto diversi da così. Sospetto che le mamme moderne avrebbero un moto di ribrezzo all'idea di far sguazzare i loro moderni pargoli in trenta centimetri di acqua non esattamente pulita e certamente non trattata con cloro o altri disinfettanti. E sospetto anche che avrebbero chiamato la protezione civile o i carabinieri dei NAS se avessero visto cosa c'era in quella casetta che si vede sulla destra della foto, o se avessero sentito l'odore che ristagnava lì dentro. Ma gli adulti di una volta erano diversi da quelli di adesso, e chissà, forse anche noi bambini eravamo diversi, e nessuno si lamentava dell'acqua sporca, della cacca in un angolo o della puzza di piscio dentro la casetta. Giocavamo e basta, beatamente inconsapevoli di stare dissacrando un'opera d'arte, ignari di bacilli e batteri, concentrati solo a rimanere il più a lungo possibile in cima al cigno e in cima alla sfera, respingendo gli attacchi degli altri bambini che volevano rubarci il posto.
Si dice sempre che le opere d'arte hanno un'anima, e mi piacerebbe saper parlare con quella che vive all'interno dei "Bagni Misteriosi" per chiederle (sì, immagino sia un'anima femminile) se trovava così sconveniente quello che combinavamo allora. O se preferisce la calma e il silenzio che la avvolgono da quando è stata restaurata. Per quanto mi riguarda, credo di avere fatto un'esperienza unica, seppure condivisa con tanti altri bambini... Chissà se qualcuno di loro leggerà mai questo post?

domenica 20 luglio 2014

Cercando cercando...

Di solito preferisco fare da me i miei cosmetici, ma non sempre ho tempo, e poi sto ancora sperimentando ingredienti e metodi di preparazione, quindi a volte compro prodotti finiti. Per fortuna si possono trovare prodotti con buoni INCI anche nei supermercati... non fa proprio tutto schifo!


Ho trovato questo elenco sul blog "Pianeta Blu News" e lo condivido più che volentieri!

Prodotti sani da comprare al supermercato

Aggiungo i prodotti che uso io, lo Shampoo e Bagnoschiuma Baby che compro all'Eurospin, entrambi con buoni INCI. E' sempre fondamentale controllare la lista degli ingredienti, e non fidarsi ciecamente di nomi commerciali e marche. Non tutto quello che è spacciato come 'naturale' lo è, mentre ci sono prodotti poco o per niente pubblicizzati che ci riservano piacevoli sorprese!

mercoledì 16 luglio 2014

Collutorio fai da te...

...ovvero, vi sciacquereste mai la bocca con la benzina? Perchè al sodo è quello che facciamo quando usiamo un qualunque collutorio industriale. Che sia di marca o no poco importa, sono comunque pieni di derivati del petrolio a partire dall'alcool (sospettato di causare il cancro alla gola, quando è usato come sciacquo per l'igiene orale) fino ai glicoli propilenici, usati comunemente nell'industria come antigelo o fluidi per presse idrauliche... Tanto varrebbe usare direttamente la 'verde': rispetto a certi collutori costa persino meno.


Per fortuna le alternative non mancano, e come sempre vengono dalla natura. Non dobbiamo neanche spaccarci la testa, attorno a noi c'è tutto quello che può servirci per vivere bene, per non intossicarci e per rimanere il più possibile in armonia con l'ambiente di cui anche noi facciamo parte (anche se purtroppo tendiamo a dimenticarlo)

Per realizzare il collutorio fai da te occorrono semplicemente acqua e erbe o spezie che comunemente troviamo nelle nostre cucine, come Salvia, Rosmarino, Menta, Chiodo di garofano, Cannella, Camomilla.
La Salvia è antibatterica.
Il Rosmarino è ricco di antiossidanti ed è rinfrescante.
La Menta è rinfrescante per eccellenza.
Il Chiodo di garofano è un antisettico.
La Cannella è antisettica ed è un conservante naturale.
La Camomilla è rifrescante ed è di grande aiuto nel caso di gengive infiammate.
Ma si possono usare anche Anice, Zenzero (un altro antibatterico naturale), Origano e Basilico (provateli, vi soprenderanno!), Cardamomo... insomma, ce n'è per tutti i gusti e ci si può sbizzarrire a inventare le combinazioni che più ci piacciono!

Preparare il collutorio è facile come fare il tè!

 
Mettete a bollire 500 ml di acqua.
Quando bolle spegnere il fuoco e aggiungere 1 cucchiaio di erbe e/o 1 cucchiaino di spezie o 2 bustine di camomilla.
Lasciare in infusione 3-4 minuti.
Filtrare e fare raffreddare.
Aggiungere il succo di mezzo limone o un pizzico di sale come conservante.
Tenere in frigo (io lo metto in una brocca e non lo copro per non fargli prendere cattivi sapori, ma dipende dal vostro frigorifero)

La dose da utilizzare è di un bicchierino da liquore, e 500 ml bastano per una settimana per due persone, quindi le dosi vanno aumentate o diminuite secondo le vostre esigenze. Non dura comunque più di una settimana, quindi non fatene troppo!
La vostra bocca vi ringrazierà, e anche l'ambiente!

sabato 12 luglio 2014

INCI, che cos'è?

INCI significa "International Nomenclature of Cosmetic Ingredients, ed è quell'elenco pieno di nomi in inglese o in latino (per le sostanze di origine vegetale) che troviamo sulle confezioni dei cosmetici.


Quelli sono gli ingredienti con cui è realizzato il prodotto, indicati sempre 'a scalare' da quello presente in maggiore quantità a quello in concentrazione inferiore.
Perchè è importante sapere cosa c'è dentro il bagnoschiuma, lo shampo o i cosmetici per il makeup che usiamo? Perchè non sempre queste sostanze sono innocue, nonostante le migliaia di animali sacrificati ogni anno ad ogni latitudine per fare costosi e inutili test di tollerabilità (fortunatamente dal marzo 2013 i test sugli animali per i prodotti cosmetici sono vietati in Europa - ma sono permessi altrove - e in ogni caso il divieto non vale per i detersivi e qualunque altro prodotto destinato ad entrare in contatto la pelle).
Provate a prendere uno qualunque dei prodotti da bagno che avete in casa, andate sul sito del Biodizionario e guardate i risultati...



Avete avuto tutti pallini verdi? Complimenti, vuol dire che i vostri prodotti sono di origine naturale!
Però sarà più facile che otteniate una sfilza di pallini gialli e rossi, com'era successo a me quando avevo controllato i miei prodotti, alcuni dei quali anche di marche famose. E' stato così che ho scoperto che mi stavo lavando con un bel cocktail di veleni per lo più derivati dal petrolio, come i parabeni o come il gligole propilenico (propylene glycol), usato tra l'altro come antigelo e come fluido nelle presse idrauliche (fonte: Wikipedia, Sostanze tossiche nei cosmetici).
Non so voi come reagireste... Io ho reagito molto male, mi sono arrabbiata. Ho preso tutta quella robaccia e l'ho fatta sparire dalla vista, perchè mi pareva che mi facesse male anche solo a guardarla.
Ma perchè utilizzare sostanze pericolose nei prodotti cosmetici? Fondamentalmente perchè costano poco, e anche perchè spesso è un modo molto pratico per eliminare scarti di altre produzioni a costo zero, anzi, facendoci anche del profitto.
Per fortuna esistono anche prodotti cosmetici 'buoni', e spesso si trovano nei posti più impensati come i discount: biodizionario alla mano, bisogna solo andarli a cercare! Nella mia piccola esperienza ho notato che i prodotti della marche più blasonate sono quasi sempre pessimi dal punto di vista degli INCI, quindi per quanto mi riguarda ho un motivo in più (oltre a quello economico ed etico) per starne alla larga. E purtroppo bisogna stare attenti anche ai prodotti cosiddetti 'naturali', che quando li si va a guardare tanto naturali non sono.
Sfortunatamente per le nostre tasche, i prodotti veramente sicuri sono anche molto costosi e non tutti se li possono permettere, ma possiamo sempre farceli da soli con pochi, buoni ingredienti! Sul web le ricette non mancano, e col tempo posterò le mie. Non avremo il bagnoschiuma o lo shampo che ci sommerge di morbine bollicine, ma almeno sapremo che non ci stiamo intossicando. E la salute e il portafoglio ci ringrazieranno!

martedì 8 luglio 2014

Autoproduco anch'io!

Come ogni campagnola che si rispetti, da quando vivo in provincia anch'io ho imparato a fare un po' di tutto in casa. Devo dire che avevo già delle buone basi di partenza, visto che a casa mia si è sempre preparato un po' di tutto, dai sughi al pane, dalle conserve ai dolci, e quando sono venuta a vivere qui ho conservato queste abitudini.
Ma la vera svolta verso le autoproduzioni è venuta col tempo, quando ho cominciato a rendermi conto di quante sostanze potenzialmente pericolose sono contenute in tutto quello con cui entriamo in contatto, siano essi alimenti o prodotti per la pelle e per la casa, di marca oppure no.
Per chi vuole approfondire, ci sono decine di siti che possono aiutarci ad aprire gli occhi su quello che l'industria e i grandi produttori ci nascondono. Io ve ne indico alcuni...

Forum Sai Cosa Ti Spalmi
Biodizionario
Additivi alimentari
Mangio Sintetico

Quando ho cominciato a capire che i prodotti commerciali mi stavano lentamente avvelenando, ho preso una decisione drastica: ho buttato tutto quello che avevo e ho cominciato a far da me! I risultati non sempre sono stati soddisfacenti, specialmente per quanto riguarda i prodotti da bagno per i quali sono ancora in fase di sperimentazione. Altri prodotti invece sono stati davvero soprendenti, e vi posso assicurare che quando si inizia a produrre non ci si fermerebbe più!

Uno dei miei primi esperimenti è stata la Marmellata di mele speziate. Qui vedete il risultato finale...


L'ho fatta con le meline del mio albero, quelle troppo piccoline e verdoline per essere mangiate, ma si può fare con qualunque mela, e ci si possono aggiungere anche delle pere, se ne avete.
Servono:
1 chilo di mele, o mele e pere insieme.
Spezie a scelta: cannella, chiodi di garofano, zenzero o tutte e tre insieme! La dose iniziale è due cucchiaini, da aumentare o diminuire a seconda dei gusti.
Zucchero di canna: 2 cucchiai, da aumentare o diminuire a seconda dei gusti.

Le mie mele sono totalmente naturali, concimate solo con compost autoprodotto e non trattate con niente, quindi mi sono limitata a lavarle e a togliere i semini. Se le comprate, è meglio sbucciarle.
Tagliatele a pezzi, mettetele in una pentola antiaderente con lo zucchero e le spezie e fatele cuocere a fuoco medio-basso finchè non sono morbide (circa 30-40 minuti), girando spesso perchè non attacchino e nel caso abbassando la fiamma al minimo.  Poi frullarle con il minipimer e rimetterle sul fuoco ad addensare ulteriormente per circa 15 minuti. Se volete in questa fase potete aggiungere altro zucchero e spezie.
Quando è pronta mettetela in vasetti precedentemente sterilizzati, tappateli e poi teneteli a testa in giù per fare il sottovuoto finchè non sono freddi. Oppure potete fare il sottovuoto in pentola: tappate i vasetti, li mettete in una pentola piena d'acqua avvolti in tovaglioli per non farli sbattere fra loro, e li fate bollire per almeno 15 minuti. In ogni caso vanno poi conservati al fresco e al buio.
Io personalmente preferisco surgelare! Preparo vasetti monodose (ottimi quelli degli omogeneizzati) che si consumano in tre o quattro volte, e li conservo in freezer.