Chi sono

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Una nuova vita in campagna con un marito, un numero variabile di gatti e un cane con un solo neurone. La passione per la musica classica e per i borghi medievali, per la spiritualità dei Nativi Americani e per i misteri irrisolti, per le autoproduzioni e il vivere consapevole. Questa è la mia vita. Queste sono le mie storie.

mercoledì 23 novembre 2011

Contro Green Hill


Green Hill è un allevamento di cani Beagle a Montichiari (BS) destinati unicamente alla sperimentazione e alla vivisezione. Ci sono circa 2500 cani tenuti in condizioni che non esito a definire spaventose: vivono in gabbie chiuse dentro capannoni senza luce naturale, non respirano mai aria fresca, non sanno cosa vuol dire correre in un prato. Usciranno da Green Hill solo per essere caricati sui tir o sugli aerei per entrare in quei luoghi di tortura che sono i laboratori di sperimentazione. Verranno avvelenati, intossicati, feriti nei modi più sadici. Soffriranno ogni giorno per mesi finchè non saranno più utili e a quel punto verranno soppressi. Solo alcuni, i più fortunati, troveranno rifugio in centri di recupero, dove si tenterà di restituire loro la fiducia negli uomini per poi essere dati in adozione.
Tutto questo avviene nell'indifferenza della gente di Montichiari, con la connivenza dell'amministrazione locale che chiude più di un occhio per non vedere quello che succede a pochi chilometri dal municipio. Ma c'è chi dice basta, e lo fa manifestando rumorosamente per le vie del paese, come è successo anche lo scorso 19 Novembre. Io c'ero... e continuerò ad esserci finchè Green Hill non chiuderà!
Il prossimo appuntamento è per il 2 Dicembre alle 10.00, per consegnare alla distratta sindaca di Montichiari le firme raccolte per chiedere la chiusura di questo posto orribile.
Per saperne di più: www.montichiaricontrogreenhill.blogspot.com www.fermaregreenhill.net

domenica 6 novembre 2011

Io lo capisco Jack Torrance...


...cosa voglio dire con questo?...
TESORO, SMETTILA DI GUARDARE LA TV E LASCIAMI UN PO' DI TEMPO PER SCRIVERE!
...sono in ritardo con la mia tabella di marcia!

lunedì 10 ottobre 2011

Pensieri ronzanti...

Una condizione per la felicità è che intorno il rumore degli insetti sia più forte di quello degli esseri umani?... Ne sono sempre più convinta...

sabato 1 ottobre 2011

Insoliti visitatori...

Vivere in campagna mi ha insegnato ad essere ospitale con chiunque venga a farmi visita. In città non era così. Quando si parla dei cittadini che vivono barricati in casa e a malapena conoscono i loro vicini di casa non è un'esagerazione... è davvero così. L'uomo è un animale socievole, ma la città è snaturante e tende a tirare fuori il peggio dalle persone.
Qui in campagna ho ritrovato (ma forse dovrei dire "ho trovato", visto che non l'avevo mai sperimentato) il gusto dell'ospitalità, il piacere di avere visite.
...
...Questo anche se i visitatori non sono esattamente quelli che mi aspettavo...

... I Ragni Brutti sono un'altra delle cose a cui mi sono dovuta abituare vivendo qui. Ce ne sono di enormi, e di tanto in tanto escono fuori da qualche recesso misterioso per fare una passeggiatina sul muro. Dove stanno prima di uscire allo scoperto? Mistero. So solo che non fanno ragnatele... ed è meglio così, perchè se tutto è proporzionato sarebbero grandi abbastanza da avvolgere tutta la casa... O anche noi, se capitasse. Perchè, brutti come sono, possono solo essere cattivi come Shelob de "Il Signore degli Anelli".
Sono brutti, ma lo stesso non li spiaccico sul muro. Un po' perchè li ho appena ripitturati tutti, un po' perchè non faccio male agli animali, nemmeno a quelli che non mi piacciono. Mi limito ad intrappolarli in una apposita "coppetta per ragni"...
(...vabbè era una coppetta per il gelato, ma alla bisogna tutto fa brodo!)

 e poi li butto fuori nei campi. Però dopo qualche giorno ricompaiono sempre... Sarà sempre lo stesso? Oppure ne ho una produzione inesauribile fra le travi del tetto? ...E poi dicono che c'è la crisi...

mercoledì 14 settembre 2011

L'acchiappasogni spennato




Ciao papà!!!! Questo post è solo per te, per farti vedere com'è fatto un acchiappasogni spennato! Come puoi vedere, solo uno dei tre laccetti ha ancora le piume. Gli altri due hanno avuto dei problemi... problemi di gatte... E' stata la GattaMimi a mangiarsi le piume che mancano :-(
Conto di restaurarlo presto e poi appenderlo sopra la finestra: quando lo avrò fatto ti posto un'altra foto :-)

martedì 13 settembre 2011

La lunga estate calda...


...calda di nome, visto che l'anticiclone africano ci ha stroncato con i suoi 40°C.
E calda anche di fatto, visto che abbiamo ripitturato! Questa è la nuova cucina, il mio piccolo capolavoro :-)  Per mettere la striscia decorativa in alto ho sudato le proverbiali sette camicie, ma il risultato è stato sorprendente!
Abbiamo rifatto anche le stanze al piano di sopra... e non c'è come fare un lavoro del genere per rendersi conto di quanta roba può esserci in una casa, da spostare, da pulire e poi da rimettere a posto... In queste occasioni penso sempre che dovrei votarmi al minimalismo e vivere in una casa semivuota arredata solo da bonsai... Poi però vado nello studiolo e guardo le mie librerie (pulite!) cariche di libri (spolverati!) e sono contenta del gioioso casino di casa mia. Dei libri in ogni dove, delle pile di CD, delle mucche di peluche e delle mille cianfrusaglie sparse dappertutto :-)

Lo Spirito Creativo Maligno è stato paziente. Ha aspettato che finissi di pitturare, di ripulire tutto, di sistemare ogni cosa.
Ha ricominciato a farsi sentire puntuale ai primi di Settembre, come se fosse un quaunque impiegato che riprende a lavorare dopo la pausa estiva. C'è bisogno di dirvi che non ho potuto resistergli?

sabato 23 luglio 2011

Quando soffia il vento

La scorsa notte c'è stato un temporale e mi sono dovuta alzare per fare entrare in mio cane... Pennywise non ha paura di andare nel granturco, ma è terrorizzata dai tuoni. Erano le quattro del mattino... pazienza.
Adesso non piove più. C'è il sole e il cielo è azzurro come solo dopo un temporale sa esserlo. Il vento è tiepido e carico dell'odore della terra umida. Respirandolo torno indietro nel tempo, quando andavo in montagna in un borgo minuscolo sull'Appennino fra Liguria e Piemonte. Non c'era niente lassù. Qualche casa, un paio di fattorie, una chiesa. E un prato enorme dove potersi sdraiare a guardare le nuvole che correvano veloci come in questo momento. Ero piccola allora, ma ero grande quanto bastava per capire di stare vivendo un momento speciale, che ha influenzato tutta la mia vita. La mia definizione di felicità? Essere sdraiati su un prato in montagna, con l'erba che fa il solletico alle gambe, guardando le nuvole o contando le stelle.

venerdì 22 luglio 2011

Le mani in pasta

...non tanto per dire. Ho veramente le mani in pasta, quella del pane.



 Lo sto facendo mentre scrivo... o meglio, scrivo mentre si sta lievitando il pane... giusta una mezz'ora che serve per buttare giù qualche pensiero. Me ne vengono sempre tanti quando sto facendo altro, specialmente quando sono gesti antichi come il mondo come impastare acqua e farina o sistemare pezzi di legno in una catasta. Penso a quante persone non sono capaci di fare quello che sto facendo in questo pomeriggio di fine luglio... quando mi capita di dire che faccio il pane a casa mi guardano come se fossi un'aliena con due teste bitorzolute e capisco che per loro il pane è un prodotto non diverso dal detersivo dei piatti - che si fabbrica con complicati processi industriali e poi arriva in appositi negozi già pronto per l'uso. Non sanno nulla del piacere di immergere le mani nella farina, di sentire l'impasto morbido al punto giusto sotto i polpastrelli, di vedere il piccolo miracolo della massa di acqua, farina e sale che cresce con la lievitazione... Penso che si stiano perdendo qualcosa di bello. E forse di importante. E' il nostro passato, la nostra cultura, forse il nostro stesso essere uomini... Tutte cose che abbiamo sacrificato sull'altare della modernità.

domenica 10 luglio 2011

Evaporano anche i pensieri...


Il termometro sul tavolo segna 31.4°C. In casa. Non oso nemmeno immaginare quanti possano essere fuori, al sole. Il caldo in campagna, nelle estati arroventate dal riscaldamento globale, è qualcosa di fisico, con una sua massa, che ti preme sulla pelle non appena metti un piede fuori dall'ombra di qualunque cosa... un albero, una casa, il camper dei vicini. Fa sembrare il mondo una fotografia sovraesposta e non mi piace. Penso sempre che se sto fuori troppo a lungo finirò per svanire anch'io nel biancore abbacinante del mondo, e di me non rimarrà nient'altro che un'ombra sull'asfalto. Un'eco evanescente di tutto quello che sono stata, come le ombre stampate sui muri di Hiroshima dall'esplosione della bomba atomica.

martedì 5 luglio 2011

Il "Cerchio della Vita" esiste!

Il Cerchio della Vita


Dopo 23 anni da quella grandiosa primavera del 1988, "Il Cerchio della Vita" è diventato un libro "in carta e ossa"! Per dare un'idea di cosa rappresenti per me questa storia, vi copio e incollo la Nota dell'Autore...

...È difficile per me dire cosa sia “Il Cerchio della Vita”. Di sicuro non è una semplice storia… sempre che si possa ridurre a questo, a qualcosa di semplice, lo scrivere un libro.

E’ difficile parlarne perché avevo solo sedici anni quando scrissi il primo embrione del romanzo che avete appena letto. Era il 1988 ed era primavera, perché ricordo il cielo limpido e il sole tiepido. Adesso potrebbe essere qualunque mese dell’anno, anche ottobre, ma allora il clima non era ancora andato avanti. Gli inverni erano inverni, in autunno pioveva e in estate 30 gradi erano tantissimi. Ricordi, appunto.

Cielo limpido e sole tiepido. E fogli coi buchi. Rosa, a righe. Non ho neanche bisogno di chiudere gli occhi per ricordare la sensazione della mano che scorreva su quella carta a grana grossa, vera carta pulp. Su quei fogli scrissi l’accozzaglia di parole che mettevano su piedi traballanti una vicenda improbabile di viaggi e avventure nello spazio, assieme ad un’altra manciata di racconti ancora più improbabili e a qualche poesia sgangherata che trovarono ben presto la via del cestino della carta straccia. Non sono mai stata tenera con le mie creazioni, nemmeno allora quando mi sembrava di poter toccare il cielo con un dito solo perché ero riuscita a buttare giù qualche frase e ad inventare trame inverosimili.

Non so dire perché quel raccontino illeggibile riuscì a sopravvivere alla mia anima critica e alla furia distruttrice che di tanto in tanto mi spinge a liberarmi di tutto quello che appartiene al passato. Il vero motivo mi sfugge e probabilmente ha a che fare con parti di me che solo un bravo analista saprebbe comprendere. So solo che l’ho sempre considerato importante, ed è per questo che l’ho riscritto più volte nel corso degli anni, aggiungendo alla storia la gran parte di quello che vedevo, vivevo e imparavo nella vita reale. L’ultima fu all’inizio del 2003, e già allora non era rimasto niente del racconto originale, a parte il nome di uno dei protagonisti principali. Ci misi meno di sei mesi a scrivere la prima bozza, ma poi mi ci vollero più di sei anni perché il romanzo fosse come lo volevo io. Anche perché nel frattempo il raccontino illeggibile era cresciuto ed era diventato una trilogia e non è stato sempre facile incastrare date, fatti e vicende che coprono quindici anni di vita di venti personaggi. Però è stato divertente, qualche volta esaltante, altre volte faticoso. Ho dovuto imparare le regole del mestiere, perché non basta sapere mettere i verbi al tempo giusto per scrivere un romanzo. Ho dovuto studiare, ho dovuto sbagliare, ho dovuto ricominciare tutto da capo riconoscendo i miei errori con umiltà.

 Ci sono finite tante storie dentro questa storia. Ci sono luoghi inventati e vere memorie. Echi di antiche esperienze mescolate alla fantasia. Ci sono sogni, speranze e passioni. C’è la mia storia, dentro questa storia, così come dentro agli altri due romanzi che compongono la trilogia che porta lo stesso nome di questo libro. È per questo che è così difficile dire cosa sia per me “Il Cerchio della Vita”. E’ una autobiografia. È la storia che avrei sempre voluto leggere. È il diario di un pezzo della mia vita. È un compendio di tutto ciò in cui credo e di tutto ciò che so.

È ricordo, profezia e fantasia...

Ecco, qui c'è tutto...

venerdì 1 luglio 2011

Sistemando la legna...


 Oggi hanno portato la legna per la stufa. Sedici quintali. Magari è un numero che non dice niente... forse rende di più l'idea dire che è un mucchio di legna alto più di un metro, lungo tre e largo due. E' tanta roba, credetemi. Va sistemata nella legnaia, ed è un lavoro lungo, laborioso e faticoso. Ma mi piace farlo. Mi piace il pensiero di mettere ordine nel caos. Le mani lavorano veloci. Raccolgono pezzi di legno, li mettono nella carriola, poi trovano un posto per ognuno nella legnaia. Le mani vanno per conto loro e la mente è libera di viaggiare dove più le pare. A volte se ne va a braccetto con lo Spirito Maligno e insieme inventano trame per nuove storie. Io li lascio fare. Sono loro i veri creativi e non li fermerei per nulla al mondo.

martedì 28 giugno 2011

Aspettando di leggere "Il Cerchio della Vita"...




...ecco l'immagine della copertina del mio nuovo libro! La galassia sullo sfondo è Andromeda. L'elaborazione grafica è mia, fatta con un programma davvero bello (e gratis!) che si chiama Photo Pos Pro.

lunedì 20 giugno 2011

Voglio il fienile di Stephen King!

...che poi non so mica se ce l'ha davvero o se è solo una leggenda metropolitana. Però mi piacerebbe da morire avere un posto così per scrivere. Tranquillo, luminoso, e soprattutto silenzioso. Lontano dai figli urlanti dei vicini e dalla donna che strazia il sistema nervoso del vicinato credendosi (a torto, purtroppo per le nostre orecchie) Maria Callas alla Scala. Lontano anche dal mio adorato marito che passa i pomeriggi a guardare film noiosi alla televisione.


In alternativa dovrei trasferirmi in uno di quei borghi semi-abbandonati che ci sono sulle nostre montagne, abitati solo da vecchi e dove il silenzio regna sovrano. ...E' il primo passo verso l'Overlook Hotel... e forse anche verso la follia di Jack Torrance. La mia adorata metà dice che sono già su quella strada, dato che quando scrivo e lui mi interrompe lo guardo con occhi di fuoco. Ha ragione, è davvero così. Però non sono ancora arrivata ad aprire la porta del bagno con l'accetta. Riesco ancora ad accontentarmi della maniglia...

venerdì 17 giugno 2011

Transizioni



E' stato scrivendo "Il Cerchio della Vita" che ho capito la potenza delle parole scritte. Il gusto di creare mondi e di popolarli di personaggi, come ho scritto nella mia presentazione. E' stato come vedermi dischiudere le porte di un nuovo universo, e devo rendere tutti gli onori possibili a quel raccontino orrendo scritto dalla ragazzina che ero tanti anni fa. Ha resistito al tempo, alla mia voglia di fare terra bruciata del mio passato, al mutamento delle abitudini e delle tecnologie... dai fogli a righe rosa, ai primi computer che pesavano un quintale (ve li ricordate?!) fino al portatile ultrasottile, ultraleggero e ultrabello col quale sto scrivendo queste note. Certe volte, quando mi capita di fermarmi e guardarmi indietro, mi sembra di stare facendo esattamente quello che dovevo fare.

mercoledì 15 giugno 2011

La vecchia vita... la nuova me

Scrivevo sui fogli con i buchi, quelli per i raccoglitori ad anelli. Erano colorati, a righe. Carta economica di grana grossa.


Scrivevo sdraiata sul letto e reinventavo le storie che leggevo o quelle che vedevo alla televisione. Solo uno di quei raccontini traballanti e sgangherati si è salvato dall'oblio del cestino della carta straccia. Non so dire perchè decisi di tenerlo. Non so nemmeno spiegare perchè di tanto in tanto sentivo l'esigenza di tirarlo fuori dal cassetto e riscriverlo. L'ho fatto almeno quattro volte nell'arco di 16 anni. L'ultima è stata nel 2003. Il raccontino orrendo era cresciuto assieme a me. Era diventato grande. Era diventato il primo capitolo di una trilogia. Il Cerchio della Vita. Il motivo stesso per cui ho iniziato a scrivere.

lunedì 13 giugno 2011

La vecchia vita...

Scrivevo anche quando ero a Milano, molti anni fa. Ma ero solo una ragazzina che si dilettava a comporre sciocchezze e parodie di opere letterarie e i miei esperimenti non mi avevano mai portato troppo lontano. Erano il diletto dei miei compagni di scuola per qualche giorno, poi finivano dimenticate da qualche parte nel casino della mia camera. Per la maggior parte hanno terminato la loro esistenza nel cestino della carta straccia - che allora non si riciclava come adesso.


Il mio cestino ha sempre accolto volentieri i miei scarabocchi adolescenziali. Almeno finchè il primo fuoco della creatività non si è spento, consumato dai suoi stessi limiti. Poi si è dovuto accontentare di vecchie bollette, liste della spesa e appunti ormai ricopiati.

giovedì 9 giugno 2011

La mia nuova vita - 4


So che suona paradossale, ma vivere in provincia ha ampliato i miei orizzonti. Non parlo solo di quelli fisici. Senza più la selva di palazzi attorno a me lo sguardo può spaziare per chilometri fino alle montagne a nord... e mi bastano pochi minuti in bicicletta per essere in mezzo alla campagna. Circondata solo dall'onnipresente granturco, questo è vero, ma libera dalla vista del cemento.



Ad essersi allargati a dismisura sono stati gli orizzonti della mente e della percezione. Qui c'è tutto un mondo di profumi, di suoni, di idee, di pensieri e di tradizioni che sono semplicemente sconosciuti in città. Sopravvivono riti, gesti e comportamenti che un tempo erano comuni ovunque, ma che adesso resistono solo nel profondo della provincia, lontano dalle città. E sono una fonte inesauribile di ispirazione per me...

mercoledì 8 giugno 2011

La mia nuova vita - 3

Abito in un quartiere residenziale appena fuori dal paese, vicino ad un campo di granturco. Ho letto troppi racconti horror per essere contenta di quello che il contadino della vicina cascina semina a pochi metri da casa mia... fosse per me non mi ci avvicinerei, ma il mio cane adora infilarsi in quell'intrico. Forse perchè si chiama Pennywise come il clown cattivo di "IT"?

martedì 7 giugno 2011

La mia nuova vita - 2


Quello dove vivo è il classico paese di provincia dove non succede mai niente. Mi piace e mi va bene così. Ho passato gran parte della mia vita in una città dove invece succedeva anche troppo, e non tornerei mai indietro. Anzi, certe volte qui mi sembra già troppo grande, specialmente alla mattina quando mi capita di rimanere ferma alla rotonda perchè c'è troppo 'traffico'... Sono solo due macchine e il camion della raccolta del latte, ma tant'è...
La mia dimensione ideale è quella dei borghi di montagna sommersi dalla neve otto mesi all'anno. Come l'Overlook Hotel, ma meno isolato!

lunedì 6 giugno 2011

La mia nuova vita - 1

Vivo in un paese di campagna, nella  provincia profonda. Ma sono nata in città, a Milano. Qui mi ci sono trasferita quasi dieci anni fa. E' tanto tempo. Ma per la gente di qui resto una 'foresta', una di fuori. Sarà così anche fra trent'anni, sempre che nel 2032 sarò ancora qui per festeggiare questa ricorrenza. Non me la prendo, fa parte del gioco. Anche quando quelli del paese mi squadrano con la testa piegata da un lato e un evidente punto interrogativo sulle loro teste chiedendosi chi diavolo sono.


Di sicuro traggono conlcusioni affrettate su di me quando mi vedono al supermercato con indosso il mio giaccone militare preferito o quando sono in giro in maglietta e pantaloni mimetici. Ma non me la prendo neanche per questo.

giovedì 2 giugno 2011

Bloggo anch'io!


...mi sono buttata: ho fatto il blog anch'io! Buona ultima, magari, ma meglio tardi che mai... non è così che si dice?
Fatemi presentare... Sono S.M. Geesbrug. Nome d'arte naturalmente, non vi rivelerò mai quello vero!
Sono una come tanti. Magari ci siamo anche incontrati da qualche parte... Sono una come tanti, con la passione della scrittura. Qualcuno aveva detto che scrivere è un'esigenza dell'anima. Vero, verissimo. Anche se forse è più un'esigenza dello Spirito Maligno che vive dentro di me... Se c'è qualche altro scrittore che legge sa benissimo di cosa parlo. E' lui, lo Spirito, quello che ci spinge a metterci davanti al computer (o davanti ad un foglio con una penna in mano) per scrivere. Quello che non ci lascia in pace finchè non è convinto che abbiamo scritto tutto quello che dovevamo scrivere. Quello che non fa altro che dirci: "Smettila di perdere tempo con le futilità e inizia a lavorare, che le idee che ti ho dato sono buone per davvero." Il più delle volte ha ragione, per questo non lo odio, anche se per colpa sua ho sempre la testa per aria, sempre a pensare alle storie che scrivo. Un giorno o l'altro mi farà finire sotto un autobus, quel disgraziato :-(
Scrivo perchè adoro creare mondi e personaggi. Scrivo perchè mi piace inventare storie. Scrivo perchè esplorare il mondo delle parole è l'avventura più bella che esista!