Chi sono

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Una nuova vita in campagna con un marito, un numero variabile di gatti e un cane con un solo neurone. La passione per la musica classica e per i borghi medievali, per la spiritualità dei Nativi Americani e per i misteri irrisolti, per le autoproduzioni e il vivere consapevole. Questa è la mia vita. Queste sono le mie storie.

venerdì 29 agosto 2014

Crema antiodorante fai da te

...magari l'argomento non è dei più affascinanti, ma il bisogno di una crema antiodorante per le ascelle è comunque reale anche in questi ultimi scampoli di estate.
Come tanti, usavo anch'io i prodotti commerciali, poi anche su questo argomento ho aperto gli occhi e mi sono resa conto che mi stavo facendo delle belle overdosi di prodotti chimici non sufficientemente testati (con buona pace di quello che c'è scritto sulle etichette riguardo ai loro mirabolanti test dermatologici, che non tengono mai conto delle interazioni fra le decine di sostanze che compongono i prodotti, nè degli effetti a lungo termine). Soprattutto ho scoperto che quasi tutti gli antiodoranti commerciali, specie quelli antitraspiranti, contengono composti di alluminio che possono dare problemi di allergia e inoltre si accumulano nell'organismo con effetti mai studiati, ma che così a occhio non devono esser piacevoli. Molti, inoltre, contengono antibatterici come il triclosan, che secondo alcuni studi verrebbe assorbito dall'organismo molto più di quanto si pensasse in passato e provocherebbe anche problemi cardiaci e muscolari. Insomma, al di là degli studi e degli allarmismi, sarebbe comunque meglio evitare di entrare in contatto con sostanze di cui in realtà sappiamo poco o niente, e che vengono dichiarate 'sicure' dagli stessi che le producono e le mettono in commercio... avete mai sentito un oste dire che il suo vino non è il migliore?


La mia alternativa si chiama bicarbonato. Essendo un blando antibatterico naturale, aiuta a tenere a bada i batteri responsabili del cattivo odore della traspirazione, garantendo lo stesso risultato degli antiodoranti naturali. Non è un antitraspirante, quindi non blocca la sudorazione come la maggior parte dei prodotti commerciali, che ostruiscono i pori impedendo al sudore di uscire, ma impedisce semplicemente che questa abbia un cattivo odore. Se uniamo il bicarbonato ad una crema idrantante con un buon INCI avremo un prodotto del tutto paragonabile alle creme antiodoranti commerciali.

Tutto quello che serve è un barattolino di vetro da sterilizzare con bollitura o lasciandolo immerso in alcool alimentare (uso a tal scopo della grappaccia imbevibile di riciclo!).

Si mettono 2 cucchiaini scarsi di crema e 1/2 cucchiaino di bicarbonato, si mescola bene e si tiene al riparo dalla luce... tutto qui! E' possibile che la cremina che otteniamo dopo qualche giorno cambi di aspetto diventando più scura e più soda, è la normale reazione con il bicarbonato, non è nulla di preoccupante. Dobbiamo invece prestare attenzione alla reazione della nostra pelle, perchè il bicarbonato può essere irritante e dare bruciore. E' meglio fare una prova spalmando un pò di crema nell'incavo del gomito e aspettare un paio di giorni, un pò come per le tinture dei capelli per intenderci.
In questo caso si può provare a usare il bicarbonato sciolto in acqua.


In uno spruzzino come questo mettete un paio di cucchiaini di bicarbonato e agitate bene per fare sciogliere la polvere, e se volete potete aggiungere qualche goccia di olio essenziale a scelta o di profumo con buon INCI. Il deodorante liquido è meno duraturo (quello in crema dura anche 3 giorni), ma è più delicato.
Io mi trovo benone con la crema, mio marito con lo spray, con molti ringraziamenti da parte del nostro corpo e pure dal conto in banca: il costo dei nostri deodoranti è irrisorio!

venerdì 22 agosto 2014

Ammorbidente fai da te

Non l'ho mai amato molto, l'ammorbidente tradizionale, anche perchè nella mia famiglia fino ad un certo punto non lo si usava mai e nessuno si lamentava degli asciugamani un pò ruvidi. Sapevo che non fossero amici dell'ambiente e della pelle, ma non fino a che punto... Gli ammorbidenti commerciali contengono sostanze poco o per niente biodegradabili come fosfati, derivati del petrolio, coloranti e profumi artificiali altamente inquinanti per l'ambiente e potenzialmente nocivi per l'uomo. Soprattutto possono scatenare reazioni allergiche e dermatiti, motivo per cui esistono gli ammorbidenti ipoallergenici... che poi è stato il primo campanello di allarme che è risuonato nella mia testa: se gli ammorbidenti tradizionali sono sicuri, per quale motivo le multinazionali hanno sentito l'esigenza di farne alcuni ipoallergenici? Forse perchè non sono poi così sicuri...

Per fortuna esistono delle alternative! Visto che il bucato vien fuori duro perchè nell'acqua c'è il calcare, il concetto base è addolcire l'acqua.
Si può provare con l'aceto bianco, da versare direttamente nella vaschetta dell'ammorbidente (ma va bene anche per la lavastoviglie come brillantante); qualcuno dice che alla lunga può danneggiare la lavatrice (o la lavapiatti), io l'ho usato per più di un anno e non ho mai avuto problemi.
Un altro rimedio è il bicarbonato, un cucchiaio sciolto in un bicchiere d'acqua da versare nella vaschetta dell'ammorbidente. Ho provato anche questo, con risultati paragonabili a quelli dell'aceto.
Personalmente, quello che preferisco è l'acido citrico.


L'acido citrico è un additivo alimentare naturale (sigla E330), è generalmente in polvere, si trova nei negozi di forniture di articoli per enologia, nei brico più forniti o più facilmente su internet, e il suo costo è circa 6 euro al kg.

Per fare un buon ammorbidente per un'acqua di media durezza bisogna fare una soluzione al 15% in acqua distillata: 150 g di acido citrico e 850 g di acqua distillata (con l'acqua di rubinetto l'ammorbidente perde ovviamente di efficacia perchè iniza ad agire anzitempo). Se nella vostra zona l'acqua è particolarmente ricca di calcare potete salire fino al 20%, che significa 200 g di acido citrico e 800 g di acqua distillata. Mettete il tutto in una bottiglia di recupero e agitate bene per far sciogliere la polvere; se volete potete aggiungere qualche goccia di olio essenziale o del profumo naturale... io ultimamente sto aggiungendo della vecchia acqua di colonia fatta senza ingredienti strani, un bicchierino di liquore in ogni bottiglia da un litro. Dico subito che non da un gran profumo di lavanda al bucato, ma toglie qualsiasi odore che possa rimanere alla biancheria, che infatti ha solo un buon profumo di detersivo di marsiglia e di pulito!

La dose è di 100 ml per lavaggio, che nel mio caso è anche la capienza della vaschetta dell'ammorbidente. Se il bucato risultasse troppo ruvido provate ad aumentare le dosi o passate ad una soluzione maggiore (comunque non più del 20%). Nel mio caso il risultato è del tutto soddisfacente, in più ho la sicurezza di non mettermi addosso abiti velenosi e anche l'ambiente ringrazia!

giovedì 14 agosto 2014

Dado fatto in casa...Glutammato, no grazie!


Il glutammato è un additivo che serve a dare sapore ad alcuni alimenti già pronti e si trova dappertutto, nelle patatine aromatizzate, nei piatti di gastronomia pronta dei supermercati, nei sughi, oltre che nei dadi e nei preparati per il brodo. Alcuni studi lo indicano come possibile responsabile di allergie e altre patologie come l'asma, ma al di là di questo il fatto che venga usato per "esaltare il sapore degli alimenti" è chiaro indice che la qualità del prodotto di base, cioè prima che venga aggiunto il glutammato, è evidentemente bassa, altrimenti perchè metterlo?
Oltre a coprire carenze nella qualità degli alimenti, il glutammato provoca anche una certa assuefazione al gusto salato, con la conseguenza che gli alimenti preparati in modo più sano con un giusto quantitativo di sale ci sembrano sempre 'sciapi', con poco sapore insomma, ma non è affatto vero! Semplicemente il nostro organismo è ormai drogato da questa sostanza artificiale e inutile, e noi siamo spinti ad assumere sempre più sale con ovvie conseguenze sulla nostra salute.

Già prima di imparare queste cose non compravo comunque piatti o sughi pronti. Il passo successivo è stato eliminare anche i dadi e imparare a farli da me! E' semplice, e quello che otteniamo non ha nulla da invidiare ai comuni dadi commerciali in temini di gusto, ma il guadagno in termini di salute è immenso!


Tutto quello che serve sono carote, sedano e cipolle, ma potete aggiungere anche qualsiasi altro ortaggio che avete in casa, come zucchine, melanzane o pomodori: è anche un buon modo per consumare eventuali avanzi e non gettare nulla. Le proporzioni variano in base a quello che avete in casa. Potete scegliere di aggiungere gli ingrendienti in parti uguali, ma non cambia niente se c'è di più di uno rispetto agli altri, il dado viene buono lo stesso! So che alcuni ci mettono anche erbe aromatiche o spezie, ma io preferisco non farlo per avere un dado che vada bene per qualunque preparazione. Erbe e spezie preferisco aggiungerle quando cucino i vari piatti.

Si procede in questo modo:

Tagliare tutti gli ingredienti a tocchetti e successivamente pesarli per determinare la quantità di sale da aggiungere. Il sale va aggiunto in una percentuale che varia dal 20% al 30% del peso complessivo delle verdure tagliate, a seconda dei vostri gusti personali. Ad esempio, se avete tagliato 1000 grammi di verdure, dovrete aggiungere 200 o 300 grammi di sale (il modo più pratico per calcolare la percentuale è dividere per 10 e moltiplicare per 2 o per 3). Io personalmente aggiungo il 25% di sale.

Una volta determinata la quantità del sale, mettere le verdure in un tegame antiaderente con un poco di olio sul fondo, poi coprirle con il sale e far cuocere a fuoco lento per circa un'ora e mezza, coperte con il coperchio e senza mescolare. Solo quando le verdure sono completamente ammorbidite si possono mescolare per amalgamare il sale. Lasciarle sul fuoco altri 10 minuti,poi frullarle con il minipimer o con il frullatore per renderle fini, e poi rimetterle di nuovo sul fuoco a farle addensare completamente per altri 10-15 minuti.
Mettere il dado ancora caldo nei barattoli sterilizzati e capovolgerli per fare il sottovuoto finchè non sono freddi, poi conservarli in dispensa o in freezer. Una volta aperto dura tantissimo, in ogni caso è comunque meglio fare barattolini piccoli che non creano problemi di conservazione.

Un cucchiaino di dado casalingo equivale a un normale cubetto di dado, con in più la comodità di poter aumetare o diminuire le dosi a seconda dei gusti e delle preparazioni. E' sempre meglio non eccedere però, perchè c'è comunque tanto sale. Se proprio vogliamo dare più sapore ai nostri piatti è meglio usare spezie e erbe aromatiche, come pepe, curry, cumino, noce moscata... le possibilità sono infinite!


mercoledì 13 agosto 2014

Riflessi

(Foto S.M. Geesbrug - Agosto 2014)
 

(Foto S.M. Geesbrug - Primavera 1988)

martedì 5 agosto 2014

Non solo saggezza, ma anche intelligenza... La compostiera

 
...A dire il vero c'è un altro motivo per cui faccio questo piccolo gesto nobile, che non costa niente e riempie il cuore di una soddisfazione enorme: i piccoli vermetti sono il "motore" della mia compostiera!



I piccolini sono voracissimi! A casa nostra produciamo più o meno un paio di chili di scarti vegetali alla settimana, abbastanza da riempire un piccolo bidoncino con coperchio che usiamo solo per questo, e nel giro di 15-20 giorni è quasi tutto scomparso, rimangono solo i frammenti più grandi o più legnosi! Nella compostiera buttiamo solo scarti vegetali (bucce, torsoli, parti ammaccate di frutta e verdura) e foglie e fiori secchi del giardino. Non ci butto l'erba perchè è troppo lunga da degradare, però di tanto in tanto ci butto qualche tovagliolino di carta non unto che aiuta a tenere bassa l'umidità della composta. Avevo provato a buttare anche i sacchetti biodegradabili del supermercato, e con mia grande sorpresa non si erano biodegratati per niente, così li avevo tolti. Senza esagerare, butto anche un pò di cenere della stufa. Rimesto il tutto ogni 7-10 giorni per arieggiare e mescolare bene la terra, e se vedo che la terra è un po' asciutta ci butto un secchio d'acqua. Se fatta bene la composta non puzza, anzi, vien su un buon odore di sottobosco che mi fa pensare a quando ero piccola e andavo a far castagne!
Quando serve un pò di compost, basta tirarlo su con una paletta da giardino e rimuovere vermetti e parti non ancora decomposte. Io di solito lo uso una volta al mese nel periodo vegetativo, in tutte le mie piante.

...naturalmente, se ci fa schifo toccare i vermetti con le mani, possiamo usare i guantini di lattice! Io, dopo più di dodici anni di campagna ormai non mi schifo più di niente, ma nei primi anni sono stati la mia salvezza!

venerdì 1 agosto 2014

Come riciclare il bagnoschiuma con INCI pessimo - Detergente per pulizie generali

Li avevamo in bagno, abbiamo letto le etichette, ci siamo resi conto che lavarci con detergenti industriali zeppi di derivati del petrolio non ci allettava... la domanda sorge spontanea: adesso cosa ne faccio dei bagnoschiuma con INCI cattivo? Buttarli via mi dispiaceva, non è ecologico né economico. Allora ho pensato che, visto come sono fatti, potessero andare bene per pulire il bagno. Ho provato e il risultato è stato strabiliante!


I sanitari sono venuti puliti, brillanti e profumati come nemmeno con il miglior detersivo dedicato, e da allora mi sono dedicata a sperimentare le miscele più varie per avere il miglior detergente per pulire sanitari, pavimenti, piastrelle e tutte le superfici lavabili in generale. Ecco la mia ricetta...

100 ml. di bagnoschiuma di scarto (va bene anche lo shampoo)
200 ml di aceto bianco
200 ml di acqua

Versate tutto in una bottiglia vuota di bagnoschiuma medesimo o meglio ancora in un flacone con la pompetta (di recupero, perfetti quelli del sapone liquido), più pratico e più facile da dosare. Usatelo puro su una spugna per pulire i sanitari, o versatene l'equivalente di un bicchierino in mezzo secchio di acqua per lavare i pavimenti o le piastrelle: fa poca schiuma ma pulisce bene, sgrassa molto e lascia un buon profumo... che poi era quello del nostro vecchio bagnoschiuma preferito. E' economico e ecologico!