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Una nuova vita in campagna con un marito, un numero variabile di gatti e un cane con un solo neurone. La passione per la musica classica e per i borghi medievali, per la spiritualità dei Nativi Americani e per i misteri irrisolti, per le autoproduzioni e il vivere consapevole. Questa è la mia vita. Queste sono le mie storie.

martedì 10 novembre 2015

Autunno...



Anche se fa un caldo dell’accidente e pare di essere in primavera inoltrata (…con buona pace di chi non crede al riscaldamento globale: venti gradi al 10 di novembre è tutto tranne che normale)


  
è comunque autunno! E l’autunno mi piace tantissimo, forse più dell’inverno – che per me ha un senso solo se nevica, altrimenti è una stagione un po’ insulsa.
Mi piace l’autunno perché…
Beh, per prima cosa perché nonostante tutto fa fresco, e di questi tempi non è cosa da poco. E poi perché dopo una pioggia d’autunno la terra prende un odore più buono di quello che si sente dopo una pioggia estiva. È più forte, più penetrante, più buono, e ha il potere di riportarmi istantaneamente alla mia infanzia quando andavo in montagna a far castagne con mamma e papà.


In autunno finiscono i lavori in giardino e finalmente ci si può concedere un poco di riposo. Si ha più tempo per leggere, per scrivere, per le autoproduzioni e per sistemare la casa. Si ricominciano a mangiare zuppe e polente, castagne e funghi e zucche, e anche le mele al forno con la cannella, che sono una ghiottoneria e fanno subito pensare al Natale; le si può mangiare anche in estate, non lo vieta nessuno, ma sono un po’ posticce e non hanno lo stesso sapore.


E poi possiamo finalmente gustarci una tazza di tè o una tisana, magari alla sera davanti alla tv con un gatto che ci sonnecchia sulle ginocchia.

I colori, in autunno, sono bellissimi. Certo, non abbiamo lo spettacolo strepitoso dei colori del nord America perché da noi manca il rosso degli aceri, ma anche così le nostre montagne e le nostre campagne riescono lo stesso a scaldare il cuore. E anche il giardino più banale o il parco più spelacchiato in autunno diventano spettacolari.


Se si è fortunati, in autunno c’è la nebbia, che tutti detestano ma che io amo quasi quanto la neve, se non un pochino di più. Dipenderà dal fatto che un po’ sono milanese e un po’ sono emiliana, patrie di gran nebbie, almeno in passato. Adesso la si vede raramente, e pure quando capita non è più com’era anche solo vent’anni fa, quando davvero non si vedeva a un passo e talvolta non si dissolveva neanche a mezzogiorno. Adesso più che altro ci sono delle foschie o delle brume che salgono dai campi, ma tutto è bello per chi si sa accontentare, e ogni passeggiata diventa speciale.


Ma forse la cosa che più mi piace dell’autunno è che si comincia ad accendere la stufa, e questo per me è uno dei piccoli, grandi piaceri della vita. Anche il calorifero scalda, ma chiunque lo abbia sperimentato sa che il calore del fuoco scalda in maniera diversa.


Il caldo del termosifone si ferma alla pelle, il fuoco riesce a raggiungere il cuore e la nostra anima più profonda, e va a toccare corde nascoste nella nostra memoria. Che non è fatta solo dai nostri ricordi, ma anche da quelli dei nostri genitori, e dei loro genitori, e di tutti gli antenati che ci hanno preceduto, che almeno un giorno della loro vita hanno allungato le mani verso il fuoco per scaldarsi. E ogni volta che faccio partire la stufa ripetendo gesti antichi come il mondo – gesti che ho scoperto di avere dentro di me senza bisogno che qualcuno me li insegnasse – mi sembra quasi di sentire quegli antichi e sconosciuti progenitori annuire soddisfatti per quello che sto facendo.