Come ogni campagnola che si rispetti, da quando vivo in provincia anch'io ho imparato a fare un po' di tutto in casa. Devo dire che avevo già delle buone basi di partenza, visto che a casa mia si è sempre preparato un po' di tutto, dai sughi al pane, dalle conserve ai dolci, e quando sono venuta a vivere qui ho conservato queste abitudini.
Ma la vera svolta verso le autoproduzioni è venuta col tempo, quando ho cominciato a rendermi conto di quante sostanze potenzialmente pericolose sono contenute in tutto quello con cui entriamo in contatto, siano essi alimenti o prodotti per la pelle e per la casa, di marca oppure no.
Per chi vuole approfondire, ci sono decine di siti che possono aiutarci ad aprire gli occhi su quello che l'industria e i grandi produttori ci nascondono. Io ve ne indico alcuni...
Forum Sai Cosa Ti Spalmi
Biodizionario
Additivi alimentari
Mangio Sintetico
Quando ho cominciato a capire che i prodotti commerciali mi stavano lentamente avvelenando, ho preso una decisione drastica: ho buttato tutto quello che avevo e ho cominciato a far da me! I risultati non sempre sono stati soddisfacenti, specialmente per quanto riguarda i prodotti da bagno per i quali sono ancora in fase di sperimentazione. Altri prodotti invece sono stati davvero soprendenti, e vi posso assicurare che quando si inizia a produrre non ci si fermerebbe più!
Uno dei miei primi esperimenti è stata la Marmellata di mele speziate. Qui vedete il risultato finale...
L'ho fatta con le meline del mio albero, quelle troppo piccoline e verdoline per essere mangiate, ma si può fare con qualunque mela, e ci si possono aggiungere anche delle pere, se ne avete.
Servono:
1 chilo di mele, o mele e pere insieme.
Spezie a scelta: cannella, chiodi di garofano, zenzero o tutte e tre insieme! La dose iniziale è due cucchiaini, da aumentare o diminuire a seconda dei gusti.
Zucchero di canna: 2 cucchiai, da aumentare o diminuire a seconda dei gusti.
Le mie mele sono totalmente naturali, concimate solo con compost autoprodotto e non trattate con niente, quindi mi sono limitata a lavarle e a togliere i semini. Se le comprate, è meglio sbucciarle.
Tagliatele a pezzi, mettetele in una pentola antiaderente con lo zucchero e le spezie e fatele cuocere a fuoco medio-basso finchè non sono morbide (circa 30-40 minuti), girando spesso perchè non attacchino e nel caso abbassando la fiamma al minimo. Poi frullarle con il minipimer e rimetterle sul fuoco ad addensare ulteriormente per circa 15 minuti. Se volete in questa fase potete aggiungere altro zucchero e spezie.
Quando è pronta mettetela in vasetti precedentemente sterilizzati, tappateli e poi teneteli a testa in giù per fare il sottovuoto finchè non sono freddi. Oppure potete fare il sottovuoto in pentola: tappate i vasetti, li mettete in una pentola piena d'acqua avvolti in tovaglioli per non farli sbattere fra loro, e li fate bollire per almeno 15 minuti. In ogni caso vanno poi conservati al fresco e al buio.
Io personalmente preferisco surgelare! Preparo vasetti monodose (ottimi quelli degli omogeneizzati) che si consumano in tre o quattro volte, e li conservo in freezer.
Chi sono
- S.M.Geesbrug
- Una nuova vita in campagna con un marito, un numero variabile di gatti e un cane con un solo neurone. La passione per la musica classica e per i borghi medievali, per la spiritualità dei Nativi Americani e per i misteri irrisolti, per le autoproduzioni e il vivere consapevole. Questa è la mia vita. Queste sono le mie storie.
martedì 8 luglio 2014
sabato 14 settembre 2013
Rigenerazione - Parte 2
Mi ci è
voluto più di quanto pensassi a liberarmi della parte più ingombrante del mio
passato, ma adesso che l’ho fatto mi sento più leggera. Lo scatolone con tutti
i miei diari di una vita era confinato nell’angolo più inaccessibile del
garage, dietro a due casse piene di vecchie videocassette che prima o poi
subiranno lo stesso destino e troveranno la via della discarica.
Ho provato a
rileggerli, ma non ce l’ho fatta. Non sopportavo l’idea di rivivere le ansie
per le interrogazioni e i compiti in classe o di rileggere della mia antipatia
per la prof di statistica, più impegnata a far figli che a insegnare. Non avevo
voglia di rileggere i pensieri sconclusionati scritti a commento di qualche
film, e soprattutto non avevo nessuna voglia di rivivere alcuni dei momenti più
brutti della mia vita, le decisioni difficili che ho dovuto prendere e la
sofferenza che si sono portate dietro. Ho sfogliato i diari solo alla ricerca
di eventuali oggettini (una volta si usava appiccicare di tutto. Chissà se lo
fanno anche le ragazzine moderne o se affidano quella parte della loro vita
agli smartphone per pubblicarla su facebook?) che non fossero compatibili con
la raccolta differenziata della carta. Rigenerazione sì, ma sempre con
criterio.
Ci sono
persone che darebbero volentieri dieci anni di vita pur di tornare ai tempi
delle scuole superiori. Io faccio mio un
pensiero di Stephen King e dico che deve esserci qualcosa di veramente
sbagliato in una persona se quella desidera così tanto tornare agli anni del
liceo. Le scuole italiane non sono (o almeno non erano) certo come le high
school americane, ma nemmeno io vorrei mai tornare indietro e rivivere tutto
quello che gli uomini della raccolta differenziata hanno appena finito di
caricare sul loro camion. Le gioie, i
dolori, i turbamenti e le esperienza della persona che sono stata si
trasformeranno in altra carta che forse qualche altra ragazzina poco amante
delle tecnologie e di facebook riempirà con i suoi sogni, i suoi desideri e i
suoi turbamenti.
Trovo che in questo ci sia un tocco di poesia.
venerdì 14 giugno 2013
Il profumo dei gelsomini
Il profumo dei gelsomini nei giorni d'estate.
Lo metterei nell'elenco delle cose per cui vale la pena vivere...
mercoledì 5 giugno 2013
Noia di quasi estate...
Arriva la fine del mese di internet e mi ritrovo con un fantastiliardo di minuti da consumare. E mi sto rompendo le palle in maniera somma... Ho già guardato tutte le offerte di tutti i supermarket della provincia, ho adeguatamente aggiornato la pagina Facebook della mia gatta, risposto a tutte le email possibili e immaginabili, ho sviscerato fino all'ultima riga tutte le più astruse teorie complottiste, dalla congiura degli Illuminati alle scie chimiche (Roberto Giacobbo sarebbe fiero di me!) e guardato tutti i video di YouTube su Nibiru...
...e dopo tutta questa fatica ho ancora più di mezz'ora residua...
Al diavolo anche quella, oggi faccio la sprecona...
...e dopo tutta questa fatica ho ancora più di mezz'ora residua...
Al diavolo anche quella, oggi faccio la sprecona...
mercoledì 29 maggio 2013
giovedì 9 maggio 2013
Viaggiare nei ricordi sull'onda di un suono
Vicino a casa hanno aperto un nuovo cantiere. Stanno costruendo una enigmatica "nuova costruzione" di cui non si sa nulla. Mio marito è preoccupato che possa essere sufficientemente alta da fare ombra ai pannelli fotovoltaici e si aggira attorno ai cancelli con l'aria pensierosa. Credo che un giorno o l'altro lo vedrò andare lì con un metro da falegname a prendere misure. Per ora sono alle fondamenta, non hanno nemmeno cominciato a tirar su la prima fila di mattoni.
Di tutti i rumori che ci possono essere in un cantiere ce n'è uno in particolare che non riesco a non amare, nonostante tutto: quello della sega circolare per il legno. Quando ero piccola, nella casa dove vivevamo a Milano, in un angolo del cortile c'era il piccolo laboratorio di un falegname. 'Ghezzi Fabbrica Astucci' recitava una targa sulla porta. La ditta esiste ancora, si è solo spostata qualche portone più in là nella stessa via.
Il rumore di sega circolare era una costante delle mie giornate, e ha accompagnato i primi vent'anni della mia vita fino a quando non mi sono trasferita in un'altra casa. Assieme ai giochi delle rondini attorno al campanile della chiesa di San Simpliciano, sono il ricordo più intenso delle estati della mia infanzia.
martedì 22 gennaio 2013
Quando viene la neve
Non ho mai capito perchè amo così tanto la neve, quando invece la gran parte delle persone attorno a me la vive come una scocciatura: è disagevole camminare sui marciapiedi, guidare diventa complicato, dobbiamo spalare i vialetti, e quando ne viene giù tanta rimaniamo bloccati in casa.
La neve mi
piace perché tutto assume un nuovo aspetto, e anche la sporcizia lungo le
strade diventa più bella con un dito di neve sopra. E quando la neve è più di
un dito anche il pattume che lasciamo in giro sparisce e il mondo diventa puro
e incontaminato come lo era prima che cominciassimo a rovinarlo. La neve è
pietosa come e più della nebbia, che nasconde ma non copre, e rende belle anche
le nostre miserie: i capannoni che ricoprono le campagne, i rifiuti nelle
rogge, le ruspe nei cantieri svuotati dalla crisi, le villette a schiera dove
ci illudiamo di vivere il nostro sogno italiano.
E la neve mi
piace anche perché cade silenziosamente, al contrario della pioggia, e la sua
semplice presenza rende il mondo più silenzioso. Tutto, nel bianco, è ovattato.
Il rumore delle macchine, il suono dei passi, le grida dei figli dei vicini.
Camminando nella neve, si sente soltanto lo scricchiolio dei nostri passi e il
lieve posarsi dei fiocchi sul giaccone, e in quel silenzio i pensieri corrono
forti e liberi.
E poi ci
sono i pensieri inconfessabili, che alla fine a voler ben vedere. sono gli
stessi dispiaceri della maggior parte delle persone attorno a me. La neve mi
piace perché rende il nostro mondo un pochino più precario e ribalta le nostre
prospettive. Le strade diventano il regno dei pedoni, orfani dei marciapiedi
sepolti dalla neve accumulata dagli spazzaneve, e le poche auto in giro sono
obbligate ad andare piano per non finire contro un palo ad ogni rotonda.
La neve ci impone
la sua lentezza, ci ricorda che le cose che diamo per scontate non lo sono
affatto, e forse è proprio questo che la gran parte delle persone la trova
insopportabile. Dobbiamo rallentare i nostri ritmi, dobbiamo fare un piccolo
sforzo di badile per uscire di casa, dobbiamo guidare con attenzione e rispetto
per gli altri. Se non addirittura restare chiusi a casa per un giorno intero
avendo il solo pensiero di occupare il proprio tempo.
Io trovo
tutto questo non solo piacevole, ma anche desiderabile, e mi rammarico di non
vivere in un posto dove nevica di più.
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