Anche
se fa un caldo dell’accidente e pare di essere in primavera inoltrata (…con
buona pace di chi non crede al riscaldamento globale: venti gradi al 10
di novembre è tutto tranne che normale)
è comunque autunno! E l’autunno
mi piace tantissimo, forse più dell’inverno – che per me ha un senso solo
se nevica, altrimenti è una stagione un po’ insulsa.
Mi
piace l’autunno perché…
Beh, per prima cosa perché nonostante tutto fa fresco, e di questi tempi non è cosa
da poco. E poi perché dopo una pioggia d’autunno la terra prende un odore più
buono di quello che si sente dopo una pioggia estiva. È più forte, più
penetrante, più buono, e ha il potere di riportarmi istantaneamente alla mia
infanzia quando andavo in montagna a far castagne con mamma e papà.
In
autunno finiscono i lavori in giardino e finalmente ci si può concedere un poco
di riposo. Si ha più tempo per leggere, per scrivere, per le autoproduzioni e
per sistemare la casa. Si ricominciano a mangiare zuppe e polente, castagne e
funghi e zucche, e anche le mele al forno con la cannella, che sono una
ghiottoneria e fanno subito pensare al Natale; le si può mangiare anche in
estate, non lo vieta nessuno, ma sono un po’ posticce e non hanno lo stesso
sapore.
E poi possiamo finalmente gustarci una tazza di tè o una tisana, magari
alla sera davanti alla tv con un gatto che ci sonnecchia sulle ginocchia.
I colori, in autunno, sono bellissimi. Certo, non abbiamo lo spettacolo
strepitoso dei colori del nord America perché da noi manca il rosso degli
aceri, ma anche così le nostre montagne e le nostre campagne riescono lo stesso
a scaldare il cuore. E anche il giardino più banale o il parco più spelacchiato
in autunno diventano spettacolari.
Ma
forse la cosa che più mi piace dell’autunno è che si comincia ad accendere la
stufa, e questo per me è uno dei piccoli, grandi piaceri della vita. Anche il
calorifero scalda, ma chiunque lo abbia sperimentato sa che il calore del fuoco
scalda in maniera diversa.
Il caldo del termosifone si ferma alla pelle, il
fuoco riesce a raggiungere il cuore e la nostra anima più profonda, e va a
toccare corde nascoste nella nostra memoria. Che non è fatta solo dai nostri
ricordi, ma anche da quelli dei nostri genitori, e dei loro genitori, e di
tutti gli antenati che ci hanno preceduto, che almeno un giorno della loro vita
hanno allungato le mani verso il fuoco per scaldarsi. E ogni volta che faccio
partire la stufa ripetendo gesti antichi come il mondo – gesti che ho scoperto
di avere dentro di me senza bisogno che qualcuno me li insegnasse – mi sembra
quasi di sentire quegli antichi e sconosciuti progenitori annuire soddisfatti
per quello che sto facendo.
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